Durante il convegno del Sole 24 Ore “Real Estate & Finance Forum”, i principali attori del settore immobiliare hanno delineato un quadro di un mercato che attualmente soffre di una crisi di liquidità, ma che si prevede riprenderà appieno nel 2024. Al centro della scena ci sono stati temi di grande attualità, come la sostenibilità e i tassi di interesse.
Il mercato immobiliare 2022 può essere definito resiliente, ovvero capace di rimanere saldo di fronte a criticità come l’aumento dell’inflazione e la scarsa fiducia nell’economia. Certo le difficoltà non sono mancate, come ad esempio l’ondata di crisi che ha colpito alcune banche. I volumi di vendita nel 2022 hanno comunque superato le aspettative, nonostante un arresto all’inizio del 2023.
Il convegno è stato aperto dal direttore del quotidiano Fabio Tamburini e da Federico Silvestri, DG Media & Business del Gruppo e AD della divisione Eventi. Durante l’evento i principali attori del settore si sono chiesti se la resilienza debba essere sostituita da una maggiore flessibilità di adattamento, anche in favore della sostenibilità.
Secondo Aldo Mazzocco, CEO di Generali Real Estate, il mercato immobiliare è diventato più esigente e si concentra sulla qualità. Gli investimenti alternativi sono tornati prepotentemente alla ribalta, ma la contrazione del credito è uno dei principali problemi del settore. La situazione attuale rappresenta, secondo Mazzocco, un’importante opportunità per i fondi private debt.
Mario Abbadessa, senior managing director & country head Hines Italy, conferma la crisi di capitali dovuta ai tassi di interesse, ma sottolinea che il mercato sottostante è ancora forte, soprattutto per gli edifici di qualità in posizioni strategiche. Ad esempio, il loro studentato ha una lista di attesa di 250 studenti, mentre l’edificio riqualificato in via Spiga è completamente affittato.
Nonostante una contrazione dei volumi nel primo trimestre del 2023, il mercato immobiliare continua ad essere saldo. Secondo Silvio Sancilio, Head of Capital Markets Colliers Italy, ci sono asset class come la logistica che hanno un vantaggio competitivo notevole, costi di costruzione meno impattanti e più orientati alla sostenibilità, una forte domanda da parte dei tenant e canoni bassi. Allo stesso modo, la domanda rimane alta per il residenziale e i data center.
Giampiero Schiavo, AD di Castello SGR, prevede 12-18 mesi di opportunità e si dice pronto a scommettere ancora sugli hotel, di cui Castello ha un ampio portafoglio.
Gennaro Giordano di GWM, invece, parla bene di Roma, in cui hanno circa un miliardo di patrimonio e vedono un grande potenziale, sebbene non paragonabile a Milano, considerata una città di un altro livello insieme a Parigi, Madrid, Berlino e altre ancora.
In vista c’è un’importante sfida: riqualificare il patrimonio immobiliare italiano per rispettare la direttiva europea sulle energie rinnovabili e sostenibilità. Giuseppe Amitrano, ceo di Dils, vede un’opportunità in questa direzione. Questo grazie alla forte domanda dei tenant che richiedono la certificazione energetica, la quale necessita di nuovi incentivi e bonus per incentivare la riqualificazione. Sulla stessa linea anche Benedetta Amisano, partner di Carnelutti Law Firm, che concorda sulla necessità di cogliere questa opportunità.
Il tema della riqualificazione si lega alle infrastrutture, come evidenziato da Cristiana Procopio, managing director di CC & Soci, che sottolinea l’importanza di mettere in pratica i progetti previsti dal Pnrr. Alessandro Mazzanti, ceo di Cbre, si mostra moderatamente ottimista, vedendo un mercato stabile e in attesa di una crisi immobiliare annunciata ma ancora non verificatasi.
Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare, invita invece ad analizzare la situazione attuale per portare avanti un’agenda di innovazione nel comparto immobiliare. Sebbene il settore abbia dimostrato una grande maturità e abbia fatto passi da gigante, ora è importante affrontare la sfida che si presenta. Rovere sottolinea la necessità di coinvolgere le istituzioni a livello massimo. Perché è da che ciò dipendono la competitività del settore, la qualità della vita e il benessere delle persone. “Non possiamo sbagliare”, conclude.