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L’aumento dei tassi di interesse deciso dalla BCE, arrivato al 4%, ha suscitato preoccupazione tra i consumatori italiani. In particolare, coloro che hanno contratto un mutuo si aspettano di dover affrontare un aumento di 25 punti percentuali, che potrebbe tradursi in un aumento della rata di circa 20 euro al mese.
Questo potrebbe portare ad un aumento complessivo di 320 euro rispetto il 2021, rendendo difficile per le famiglie far fronte alle spese quotidiane. Ma non solo: la crescita costante dei tassi sta avendo un impatto importante sul mercato immobiliare. Sempre più persone stanno infatti rimandando l’acquisto di una casa, optando per l’affitto.
La decisione della BCE sull’aumento dei tassi
In questi giorni la BCE ha deciso di aumentare i tassi d’interesse, portando il tasso sui mutui al 4%, quello sui depositi al 3,50%, e quello sui prestiti marginali al 4,25%.
La presidente Christine Lagarde ha affermato che, nonostante l’inflazione sia in calo, rimarrà troppo alta per troppo tempo. Gli esperti di Francoforte prevedono, infatti, che l’inflazione raggiungerà il 5,4% nel 2023, il 3% nel 2024 e solo nel 2025 si avvicinerà al target di stabilità dei prezzi del 2%.
Pertanto, Lagarde ha annunciato che a luglio ci sarà un ulteriore aumento di 25 punti. Questo dimostra che il ciclo di normalizzazione della politica monetaria non si fermerà.
La reazione del mercato
In questa fase, sarà interessante vedere come il mercato reagirà all’aumento dei tassi. Secondo l’opinione di Codacons ci sarà una perfetta conformità ai tassi applicati dalla BCE.
Negli ultimi giorni, l’indice di riferimento dei mutui a tasso variabile, Euribor, ha raggiunto il 3,33% per le scadenze a 1 mese e il 3,52% per quelle a 3 mesi. Se l’aumento deciso dalla BCE sarà completamente riflettuto dal mercato, si prevede che l’Euribor a 1 mese raggiungerà il 3,58% e quello a 3 mesi il 3,77%.
L’impatto dell’aumento dei tassi sui mutui
Il Codacons ha avvertito che la recente decisione avrà un impatto significativo sulle famiglie italiane che hanno optato per un mutuo a tasso variabile.
Considerando un mutuo medio di 125mila-150mila euro con una durata di 25 anni, la rata mensile aumenterà di circa 15-25 euro. Se si considerano tutti gli aumenti imposti dalla BCE dallo scorso anno, l’aumento mensile si aggira tra 240 e 320 euro, pari ad un aumento annuo di circa 2.880-3.840 euro. Una situazione difficile per le famiglie italiane.
Meno domande di mutuo e maggiore insolvenza delle imprese
La crescita dei tassi dei mutui sta impattando fortemente sia sulle tasche delle famiglie che delle imprese. Una situazione che si esplicita da un lato nel forte calo della domanda di mutuo, e dall’altro l’aumento delle insolvenze delle imprese.
“Ciò che rileviamo come CRIF è una continua contrazione della domanda di mutui immobiliari, che a maggio di quest’anno tocca il -24,4%. Notiamo che l’atteggiamento prudente di chi li sottoscrive si ripercuote anche sull’importo medio che si contrae del –2,4%, per un valore pari a 143.390 euro” le parole di Simone Capecchi, Executive Director di CRIF, aggiungendo .
Le richieste di finanziamento delle aziende sono diminuite di meno rispetto ad altri settori. Nel primo trimestre, le imprese individuali hanno infatti registrato un calo del 6% mentre le società di capitali del 2,4%. Questo accade perché le aziende hanno costi fissi da sostenere e hanno bisogno di liquidità costante, ma ci sono comunque difficoltà. Anche se al momento il tasso di insolvenza delle aziende rimane contenuto (2%) non si può non considerare che è aumentato per la prima volta in 10 anni.