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La Consob ha pubblicato il proprio Rapporto Annuale relativo a conoscenze, attitudini e scelte finanziarie degli investitori italiani.
L’80% degli italiani che investono denaro ha difficoltà nella gestione delle finanze personali, in particolar modo a causa delle incertezze economiche e dell’aumento dei prezzi.
Il 65% sembra capire gli effetti dell’inflazione che nel 2022 si è attestata al 12,3%.
Un terzo degli investitori che scelgono di tenere i loro risparmi in un conto corrente (21%) e circa un quarto di quelli che considerano l’inflazione come una fonte di difficoltà nella gestione delle loro finanze personali (21%), non sono consapevoli del modo in cui l’aumento dei prezzi impatta sul loro potere d’acquisto.
Questi sono solo alcuni dei dati emersi dal Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane 2022, basata su una ricerca condotta su un campione rappresentativo degli investitori italiani. L’indagine è stata effettuata nei mesi di giugno e luglio 2022 su 1.436 individui, rappresentativi della popolazione degli investitori italiani.
Rapporto Consob: dati
Ma guardiamo il rapporto un po’ più nel dettaglio.
L’80% degli intervistati ritiene che la gestione delle finanze personali sia complessa a causa dell’incertezza economica e dell’aumento dei prezzi. I dati macroeconomici supportano questa percezione.
Mostrano infatti:
- come l’inflazione stia erodendo il potere di acquisto del reddito disponibile;
- come il disagio economico delle famiglie stia aumentando;
- come la ricchezza finanziaria in relazione al reddito disponibile stia diminuendo.
Inoltre, la cultura finanziaria è bassa, specie per quanto riguarda i concetti di base come gli strumenti finanziari e la comprensione del rischio finanziario. Gli investitori sembrano essere però sempre più consapevoli della necessità di migliorare le loro competenze. Il 66% si dice infatti disposto ad imparare di più sui temi finanziari importanti.
La maggior parte delle persone cerca informazioni da intermediari finanziari. Tuttavia in molti ritengono che anche le istituzioni pubbliche e le scuole dovrebbero fare di più per aumentare la cultura finanziaria dei cittadini.
Pianificazione e gestione del denaro
Il rapporto mostra inoltre che, rispetto al 2021, c’è stato un aumento della quota di investitori che provano difficoltà nella gestione del proprio denaro. Al contrario, la percentuale di intervistati che si considerano capaci di raggiungere i propri obiettivi finanziari rimane sostanzialmente stabile. Inoltre, meno persone ritengono che pianificare a lungo termine sia difficile. In generale, l’indicatore sintetico che si ottiene dalla combinazione di questi fattori non mostra miglioramenti nell’atteggiamento verso la gestione del denaro. Il suo valore medio si attesta infatti a 5,3 (su una scala da 0 a 10), rimanendo invariato rispetto al 2021.
Inoltre:
- la percentuale di intervistati che pianificano e definiscono un bilancio familiare è diminuita (12% dei casi a fronte del 16% nell’anno precedente);
- la quota di investitori che risparmiano in modo occasionale è aumentata (44% a fronte di 37% nel 2021).
Questi dati dimostrano un approccio alla pianificazione che privilegia l’attenzione alla sostenibilità delle spese (41% dei casi), che tuttavia non sono sempre monitorate.
Attitudine all’investimento
L’attitudine complessiva all’investimento che riflette le conoscenze finanziarie di base, le conoscenze digitali e l’adozione di abitudini di investimento diverse dalla ‘consulenza informale’ (ossia dall’affidamento a parenti, amici e colleghi) è invece in lieve peggioramento. Sia la diminuzione delle conoscenze digitali, sia l’aumento del ricorso alla consulenza informale sono riferibili agli investitori con minore esperienza di investimento. Gli intervistati con un’esperienza superiore a 10 anni (40% dei casi) mostrano invece una maggiore cultura finanziaria e spesso si avvalgono della consulenza.
Tuttavia gli investitori che si affidano ai consigli di un professionista non sempre mostrano piena consapevolezza delle caratteristiche del servizio.
- il 39% degli intervistati sa che la sua prestazione è riservata ai soggetti iscritti all’Albo unico dei consulenti finanziari;
- il 15% identifica nella modalità di retribuzione una delle caratteristiche tipiche della consulenza indipendente;
- il 34% del campione sa che la consulenza è un servizio a pagamento;
- circa il 60% dichiara di non essere disposto a pagare.
In generale le persone seguite da un professionista hanno un portafoglio più diversificato rispetto alla parte restante del campione.
Per questa parte, infatti, le attività più diffuse sono:
- certificati di deposito e buoni fruttiferi postali (50% delle famiglie);
- fondi comuni (29%);
- titoli di Stato italiani (18%).
Conclusioni
Per concludere, Il Rapporto Consob evidenzia che le conoscenze finanziarie, sebbene in lieve crescita, non sono ancora sufficientemente diffuse in termini di concetti di base, di strumenti finanziari e di dimensioni del rischio. Ad esempio solo il 50% degli intervistati comprende il concetto di diversificazione degli investimenti. Inoltre la percentuale di chi ha familiarità con le nozioni di rischio di credito, di mercato e di liquidità oscilla tra il 20% e il 49%.