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Il desiderio del nido, di avere una casa di proprietà in cui sentirsi al sicuro è sempre stata una prerogativa degli italiani. E, nonostante il calo registrato durante la pandemia, il settore ha per mesi cavalcato l’onda della crescita. Un’onda che, però, in questi primi mesi del 2023, si è andata a poco a poco a frangere su tutta una serie di difficoltà. Inflazione crescente, caro vita ed una crescita dei tassi dei mutui tale da rendere difficile, per molti, l’accesso al credito.
Questo ha portato, come conferma l’analisi del Consiglio Nazionale del Notariato, ad una diminuzione delle compravendite immobiliari e nei finanziamenti ipotecari, con un calo del 23,8% nei primi due mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo nel 2022. Una diminuzione fortemente influenzata dai tassi di interesse elevati imposti dalla BCE, che hanno portato ad un aumento delle rate fino al 72%. E non siamo ancora alla fine del tunnel. Entro fine anno si prevede, infatti, un calo del 10,7% negli acquisti e del 10,1% nei finanziamenti, con maggiore incidenza sulle prime case. Ci sono differenze tra città come Bari, Bologna, Torino e Palermo che registrano trend positivi, mentre Milano, Verona, Roma, Firenze e Napoli registrano diminuzioni significative.
Non bisogna inoltre dimenticare la diminuzione del potere di acquisto delle famiglie. Salari sempre uguali che si dimostrano inadeguati all’attuale costo della vita. Per esempio, solo due anni fa, con un reddito annuo di 33.000 euro, era possibile permettersi un mutuo di 400.000 euro a 30 anni, mentre oggi lo stesso salario permette di acquistare solo un immobile del valore di 250.000 euro.
Aumento mutui e compravendite in calo
Questa situazione è sfociata in una calo dei mutui stipulati in rapporto agli atti di compravendita. Secondo il Consiglio nazionale del Notariato, ciò è dovuto all’aumento degli acquisti di immobili con capitale proprio, derivanti dalla vendita di proprietà familiari. Questa tendenza riflette la preferenza degli acquirenti di utilizzare le proprie risorse piuttosto che richiedere finanziamenti e sottostare ai tassi di interesse elevati.
In Italia, secondo gli esperti, la vera criticità riguarda l’aumento dei costi delle materie prime, che sta incidendo maggiormente sui prezzi delle case. L’andamento delle compravendite varia a seconda delle zone del Paese:
- a Torino e Bologna si sono registrati aumenti del 3,26% e +2,88%;
- a Bari e Palermo crescono rispettivamente dell’1,14% e del 2,11%;
- a Milano si rileva una flessione dei rogiti del 3,74%;
- a Roma del 2,09%;
- a Firenze del 5,28%;
- Napoli è la città più colpita,con un ribasso delle compravendite del 14,9%.
La crescita dei prezzi delle case
Il motivo principale dell’aumento dei prezzi delle case non è il valore degli immobili, ma il costo delle materie prime. Questo ha causato una crescita dei prezzi delle ristrutturazioni, degli arredi e degli infissi, portando ad aumenti fino al 25% dei prezzi delle case. Inoltre, le agevolazioni per gli under 36 (ancora in vigore) e il boom degli acquisti di proprietà durante il COVID hanno saturato l’offerta e creato un divario con la domanda, che attualmente supera l’offerta in molti centri in Italia.
Andamento futuro dei mutui
Difficile prevedere sin da ora un calo dei tassi di interesse. La lotta all’inflazione richiederà ancora molto tempo e il prossimo luglio si potrebbe registrare un ulteriore aumento. Secondo gli esperti, i futures sui tassi Euribor dei prossimi 5 anni suggeriscono che nella seconda metà del 2024 ci sarà un’inversione di tendenza e i tassi variabili potrebbero scendere dal 4% attuale al 2,8%.