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Che il mercato immobiliare sia in costante mutamento, è un dato di fatto. Così come il fatto che, qualsiasi cosa accada nel Paese, finisce per modificare gli equilibri, cambiare le priorità e spingere i potenziali acquirenti verso una direzione piuttosto che un’altra.
Esattamente come è successo durante il Covid: le persone si sono rese conto di necessitare di spazi più ampi in modo da poter conciliare lavoro da casa, famiglia e tempo libero, nonché di sbocchi esterni, come balconi e giardini. Per fare in modo che, se dovesse verificarsi un’altra pandemia, non ci si sentirebbe ingabbiati dentro quattro mura anguste. Ed è quello che ora sta succedendo anche in Romagna dove, la recente alluvione, sta iniziando a settare nuovi equilibri incidendo, ancora una volta, sul mercato immobiliare.
Mercato immobiliare di Ravenna
Lo confermano le voci di diversi agenti immobiliari della zona che, seppur a distanza di soli pochi giorni, stanno già facendo i conti con un mercato in mutamento.
Come Filippo Zannoni dell’agenzia immobiliare Fincase di Ravenna, che afferma: “In parte sta già avvenendo. Se la pandemia aveva spinto molti a cercare soluzioni al piano terra con giardino, anche fuori città, ora abbiamo già richieste orientate al condominio anche da parte di clienti che fino a poco tempo fa non apprezzavano quel tipo di soluzione abitativa”.
Ciò a cui si sta andando incontro è un rischio concreto. Quello che lo spopolamento – cominciato già da tempo – dei piccoli centri (specie in collina) si aggravi ulteriormente, portando al ribasso il valore degli immobili.
La situazione dopo l’alluvione a Faenza
È questo il timore di Andrea dell’agenzia Ossani di Faenza. “La sensazione è che il mercato collinare possa essere penalizzato, al pari di quello delle zone maggiormente colpite. Ci aspettiamo un cambiamento delle preferenze, ma ho fiducia in una ripresa. Il nostro settore anche in passato ha saputo stupirci di fronte a situazioni difficili, dal terremoto al covid, anche se questa probabilmente per Faenza è la prova più dura”.
Una prova che accomuna un po’ tutti in Emilia Romagna e che ha dato il via ad una inesauribile catena di solidarietà. L’alluvione ha colpito anche l’agenzia Ossani. “Siamo stati allagati come d’altronde tutti in corso Garibaldi, abbiamo perso tutto il mobilio, l’archivio cartaceo. I muri sono ancora bagnati; d’altronde l’acqua ha raggiunto quasi un metro e mezzo. In questi giorni non abbiamo avuto tempo di fare nulla, tra sistemare anche le nostre abitazioni e volontariato con chi era stato più colpito. Giovedì abbiamo iniziato a sistemare l’agenzia. Stiamo cercando di recuperare i computer, uno l’abbiamo rimesso in pista, degli altri speriamo di riavere gli hard disk. Sono state giornate pesanti, anche emotivamente”.
Ed è proprio il lato emotivo quello che preoccupa di più, specie per quanto riguarda le sorti del mercato immobiliare della zona. “È prematuro fare ipotesi, ma Faenza è spaccata in due, sembrano due città in una, una parte colpita duramente, l’altra integra. Sicuramente ci saranno due mercati diversi. Nell’area più danneggiata ho sentito alcuni proprietari che non vogliono più stare in quella zona. Reazione comprensibile, ma il passare del tempo può far cambiare idea anche se c’è da valutare se gli immobili abbiano riportato o meno danni strutturali. È immaginabile che in quella parte di Faenza si avrà una riduzione del valore commerciale. Ed è un peccato perché c’erano zone in cui le case stavano in vendita un mese, si vendevano molto bene. La porzione di città integra vedrà invece un innalzamento dei prezzi” conclude Andrea dell’agenzia Ossani di Faenza.
Rallentamento del mercato immobiliare in altre zone
Anche in altre zone della Romagna aleggia il sentore di un rallentamento del mercato immobiliare. Come conferma Marco, titolare della Abc Casa di Lugo: “Presumo sia abbastanza istintivo, dopo quello che è successo, ipotizzare che determinate zone non siano più appetibili. Tuttavia, per quanto difficile in questo momento, credo sia opportuno fare valutazioni slegate dall’emotività. Ci sono state zone in cui un lato della strada si è allagato e l’altro no, quindi ragionare in ottica di sicurezza andrebbe fatto in maniera oggettiva. Per dire, qui a Lugo sono state sommerse aree che sulla carta erano meno critiche di altre. Immobili in posizione più sfavorevole non sono invece stati coinvolti perché il fiume non ha rotto lì o perché l’acqua si è canalizzata diversamente”.
“Certamente quello che cambierà a livello di compravendita sarà la richiesta da parte dell’acquirente di avere una perizia strutturale, un documento in più rispetto a quelli obbligatori” continua. “Va comunque tenuto conto che i piccoli paesi avevano già un mercato ridimensionato, sia in termini di volumi di vendita che di prezzi. Certamente è probabile un cambiamento nelle propensioni d’acquisto. Ad esempio gli anziani che prima optavano per il piano terra magari si orienteranno verso immobili con l’ascensore. Ma non sono convinto che possa esserci l’abbandono dei paesi. Il mercato di una città non è per tutte le tasche e non tutti hanno la possibilità di adattarsi a spazi abitativi più piccoli.
Ci aspettiamo comunque un periodo di pausa del mercato, almeno un paio di mesi in cui visite e trattative saranno inevitabilmente condizionate. Già ora chi aveva un immobile in vendita, magari ammobiliato, mi chiede di temporeggiare e aspettare che prima i proprietari sistemino gli interni. E non sarà semplice nemmeno trovare un affitto; era già arduo prima dell’alluvione. Oggi comprensibilmente la gente è concentrata su come tornare alla vita normale e servirà tempo anche perché migliaia di persone dovranno prima riacquistare cucina, letto, elettrodomestici e arredamento, ma l’offerta è limitata anche perché gli stessi magazzini sono stati devastati”.