Indice
- 1 Tassa di successione: come funziona e quando deve essere pagata
- 2 Casa ereditata: a chi spetta il pagamento della tassa di successione?
- 3 Quante sono le imposte per un immobile ereditato?
- 4 Esenzioni per la tassazione di una casa in eredità
- 5 I conviventi pagano la tassa di successione?
- 6 Documentazione da presentare all’Agenzia delle Entrate
- 7 Ulteriori tasse che spettano a chi eredita una casa
- 8 Agevolazioni prima casa per gli eredi
Quando si eredita una proprietà immobiliare, i dubbi non mancano, specie per ciò che riguarda l’ammontare l’ammontare della tassa di successione relativa ad una casa. Si teme di dover pagare cifre importanti, tanto da essere costretti, per farvi fronte, a procedere con la vendita dell’immobile. La buona notizia è che non è assolutamente così. Spesso, infatti, non sarà necessario pagare nulla, poiché esistono varie tipologie di franchigia sulla tassa di successione di valore piuttosto elevato che aumentano in base al grado di parentela con il defunto. Ad esempio, tra genitori e figli la soglia di esenzione massima copre facilmente appartamenti comuni e seconde case, mentre tra fratelli è molto più bassa. Per parenti e estranei non c’è alcuna franchigia, e sarà quindi applicata una percentuale di tasse (nota come aliquota) sull’intero valore dell’immobile.
Vediamo ora in dettaglio come funziona l’imposta di successione, chi è tenuto al pagamento e chi invece ne è esente.
Tassa di successione: come funziona e quando deve essere pagata
L’imposta di successione è stata istituita nel 1991, cancellata nel 2001 e poi reintrodotta nel 2006 nella sua forma attuale. Questo tributo viene applicato ai trasferimenti di beni e diritti per successione a causa di morte ed ai trasferimenti a titolo gratuito di beni e diritti per donazione o altra liberalità tra vivi. In pratica, ricevere un immobile in eredità o donazione è soggetto alla stessa tassazione.
L’unica differenza è il presupposto del tributo, che:
- per le donazioni si compie nel momento della stipula dell’atto notarile;
- per l’eredità si applica all’apertura della successione.
In quel momento si applicano le regole di tassazione.
Casa ereditata: a chi spetta il pagamento della tassa di successione?
In Italia, l’imposta sulle successioni è pagata dagli eredi o dai legatari per i beni ricevuti. Invece, per le donazioni tra vivi, l’imposta è pagata dai donatari. L’ufficio delle Entrate si occupa della liquidazione dell’imposta di successione, utilizzando le informazioni fornite nella dichiarazione di successione. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, non è richiesto alcun pagamento. Vediamo ora in che circostanze si deve pagare l’imposta.
Quante sono le imposte per un immobile ereditato?
Quando si eredita una casa, la tassazione segue le seguenti regole:
- se gli eredi sono coniuge o parenti in linea retta del defunto (genitori, figli, nonni, nipoti), l’aliquota è del 4% sul valore che supera 1 milione di euro per ogni beneficiario. Fino a 1 milione di euro, il trasferimento è esentasse;
- se gli eredi sono fratelli o sorelle del defunto, l’aliquota è del 6% sul valore che supera 100.000 euro per ogni beneficiario;
- se gli eredi sono parenti fino al 4° grado (come i cugini) o affini in linea retta o collaterale (come il genero o la cognata), l’aliquota è del 6% sull’intero valore senza alcuna franchigia;
- se gli eredi sono estranei ai casi sopra elencati, l’aliquota è del 8% sull’intero valore senza alcuna franchigia.
Esenzioni per la tassazione di una casa in eredità
Sulla base di quanto detto fino ad ora, si può affermare che le esenzioni dall’imposta di successione si applicano a:
- l’eredità in favore del coniuge e dei parenti in linea retta, come genitori e figli o nonni e nipoti. Questi soggetti sono esenti dall’imposta di successione fino a un milione di euro. Oltre tale importo, l’aliquota è del 4% sull’eccedenza.
- I beni ereditati da fratelli e sorelle: l’imposta di successione si applica solo se il valore supera i 100mila euro, con un’aliquota del 6% sull’eccedenza.
C’è un’esenzione speciale per gli immobili ereditati da individui con disabilità riconosciute come “gravi” ai sensi della legge n. 104/1992. Per questi individui, anche in assenza di legami di parentela o affinità con il defunto, la franchigia sale a 1,5 milioni di euro.
I conviventi pagano la tassa di successione?
In Italia, le persone che convivono senza essere sposate o unite civilmente sono considerate estranee ai fini dell’imposta di successione. Ciò significa che in caso di morte di un membro della coppia, chi eredita dovrà sostenere un’aliquota dell’8% sul valore dei beni ereditati, senza franchigia. Questa regola si applica solo ai conviventi di fatto, e non a coppie unite in matrimonio o in unione civile.
Documentazione da presentare all’Agenzia delle Entrate
Gli eredi di proprietà immobiliari devono presentare una dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro un anno dalla data del decesso. Anche se si tratta del coniuge o i parenti in linea retta e il valore dei beni ereditati non supera i 100.000 euro, la presentazione della dichiarazione di successione è sempre obbligatoria. L’imposta di successione è calcolata dall’Agenzia delle Entrate, che emette un avviso di liquidazione. Il contribuente ha 60 giorni di tempo dalla notifica per pagare l’imposta di successione dovuta.
Ulteriori tasse che spettano a chi eredita una casa
In aggiunta all’imposta di successione, i beneficiari di beni immobiliari in eredità devono pagare, tramite autovalutazione, le seguenti tasse:
- imposta ipotecaria, pari al 2% del valore;
- imposta catastale, pari all’1% del valore;
- imposta di bollo per ogni trascrizione richiesta;
- tassa ipotecaria.
Agevolazioni prima casa per gli eredi
Se l’erede ha diritto alle agevolazioni fiscali per la “prima casa”, la situazione si modifica. Le imposte ipotecarie e catastali non vengono applicate, infatti, in modo proporzionale, ma in una misura fissa di 200 euro per ciascuna di esse.
Tuttavia, l’immobile non deve essere di lusso ed essere situato nel comune in cui l’erede risiede (o in cui stabilisce la propria residenza entro 18 mesi dall’apertura della successione). Inoltre, l’erede deve dichiarare di non essere proprietario o in comproprietario di un’altra casa nel comune in cui si trova l’immobile ereditato. Non può essere neanche titolare, neppure per quote, di diritti di proprietà, usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altre case di abitazione in tutto il territorio nazionale, se acquistate con le agevolazioni “prima casa”. In caso contrario, si impegna a vendere tale immobile entro un anno dall’apertura della successione.