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Il nuovo limite per il pignoramento della pensione nel 2023 è stato aumentato da €750 a €1000 grazie al Decreto Aiuti Bis, convertito in legge il 22 settembre 2022. Il nuovo limite impignorabilità, chiamato “minimo vitale”, è pari a due volte il valore massimo mensile dell’assegno sociale, che ammonta a €1000. Solo l’importo superiore a €1000 può essere pignorato, fino a un quinto dell’eccedenza, secondo specifiche disposizioni legali.
Vietato pignorare la pensione al di sotto dei 1000 euro
Il Decreto Aiuti Bis convertito in Legge, in vigore dal 22 settembre 2022 e applicabile anche nel 2023, ha innalzato il limite di pignoramento delle pensioni a 1000 euro, rispetto ai precedenti 750 euro. L’articolo 21-bis modificato nel provvedimento in sede di conversione modifica la norma relativa ai crediti impignorabili (articolo 545 del Codice di procedura Civile), sostituendo il settimo comma. Questa regola è basata sul principio che una pensione non può essere interamente pignorata, e deve garantire un “minimo vitale” con un importo di denaro preservato per assicurare al pensionato un’esistenza dignitosa. La Circolare INPS del 3 aprile 2023, n. 38, spiega come funziona questa modifica.
L’importo considerato come minimo vitale è quello dell’Assegno sociale, una prestazione che l’INPS riconosce alle persone svantaggiate e che aumenta annualmente in base alla variazione dell’indice dei prezzi. Prima della modifica, la parte della pensione impignorabile era pari a circa 1,5 volte la quota dell’Assegno sociale (469,03 euro nel 2022 e 503,27 euro nel 2023), ma ora il limite è salito a due volte l’assegno. Esaminiamo i dettagli di questo limite, come viene calcolato e le novità introdotte.
Il limite viene applicato a tutte le pensioni
A partire dal 22 settembre 2022, le pensioni inferiori a 1000 euro sono impignorabili. Questo si applica a:
- somme riconosciute come pensioni, incluse le prestazioni assistenziali (es. Pensione di invalidità);
- indennità equivalenti a pensioni (es. APE sociale, APE volontario, APE agevolativo, Rendita Integrativa Temporanea Anticipata);
- altri assegni di quiescenza (es. Trattamento di Fine Servizio riconosciuto ad alcuni dipendenti pubblici).
Le somme eccedenti i 1000 euro relative a queste prestazioni, tuttavia, possono ancora essere pignorate per soddisfare eventuali creditori, secondo le modalità e i limiti spiegati in questa guida.
Come calcolare il limite di pignoramento della pensione nel 2023
L’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, modificato dal Decreto Aiuti bis convertito, stabilisce che il limite di impignorabilità delle pensioni è pari al doppio dell’importo massimo mensile dell’assegno sociale, con un valore minimo di 1000 euro. La specifica del minimo di 1000 euro rappresenta una garanzia aggiuntiva per i pensionati, considerando che il massimale dell’assegno sociale nel 2022 era di 469,03 euro e il doppio sarebbe inferiore (469,03 euro x 2 = 938,06 euro).
Per il 2023, come stabilito dal Decreto MEF del 10 novembre 2022 e illustrato nella Circolare INPS n. 135 del 22 dicembre 2022, il massimale, rivalutato in base all’indice Istat dei prezzi al consumo, aumenta a 503,27 euro al mese. Pertanto, in attesa che il valore dell’assegno venga rivalutato e cresca nel corso degli anni in base alle variazioni dei prezzi, il legislatore ha fissato fin dall’inizio un minimo di 1000 euro.
Circostanze in cui la pensione può essere pignorata
L’articolo 21-bis del Decreto Aiuti Bis, convertito in legge, non modifica le norme relative alla pignorabilità della parte che eccede i 1.000 euro (un quinto). Pertanto, la somma al di sopra di questa soglia è considerata pignorabile nei limiti stabiliti dai commi 3, 4 e 5 dell’articolo 545 del Codice di Procedura Civile, nonché dalle specifiche disposizioni di legge.
Esempio di calcolo:
per le pensioni con importi superiori ai 1000 euro è possibile pignorare un quinto per la parte eccedente.
- 1200 euro di pensione, si applica il prelievo di un quinto (il 20%) di 200 euro, ovvero 40 euro.
- 1500 euro di pensione, si applica il prelievo di un quinto (il 20%) di 500 euro, ovvero 100 euro.
In sintesi, la pignorabilità è consentita:
- Per crediti alimentari, nella misura autorizzata dal Presidente del Tribunale o da un giudice delegato da lui;
- Nella misura di un quinto per i tributi dovuti allo Stato, alle Province e ai Comuni, e in misura equivalente per ogni altro credito.
È importante notare che, secondo la Circolare INPS del 3 aprile 2023, n. 38, la nuova regola sull’impignorabilità fino a 1.000 euro non si applica alle procedure esecutive per le quali sia già stata ricevuta la notifica dell’ordinanza di assegnazione.
I limiti al pignoramento della pensione da parte dell’Agenzia delle Entrate
Anche per l’Agenzia delle Entrate si applica il limite al pignoramento della pensione nel 2023.
Per le pensioni superiori ai 1000 euro, ADE può pignorare una percentuale sulla somma eccedente in base agli importi percepiti:
- un decimo (1/10) della pensione se l’importo non supera i 2.500 euro;
- un settimo (1/7) della pensione se l’importo non supera i 5.000 euro;
- un quinto (1/5) della pensione se l’importo è superiore ai 5.000 euro.
Ecco un esempio di calcolo per le pensioni con importi superiori ai 1000 euro.
- 1200 euro di pensione, si applica il prelievo di un decimo (il 10%) di 200 euro, ovvero 20 euro.
- 3000 euro di pensione, si applica il prelievo di un settimo (il 14% circa) di 2000 euro, ovvero 284 euro.
- 6000 euro di pensione, si applica il prelievo di un quinto (il 20% circa) di 5000 euro, ovvero 1000 euro.