Banche ed investitori sono sempre più concentrati sulle conseguenze della frenata economica sul credito. Tema ripreso anche nella nuova legge di bilancio che potrebbe includere nuovi incentivi per aiutare l’attività di de-risking degli istituti. Come riporta infatti un articolo di Milano Finanza, la manovra potrebbe includere anche il rinnovo della garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni di crediti deteriorati (Gacs). Uno strumento creato nel 2016 dal governo Gentiloni e che, sebbene negli anni abbia favorito i processi di smaltimento avviati dai gruppi grandi e medi, a giugno 2022 è arrivato a scadenza.
Le banche chiedono che la misura sia inserita nella prossima legge di bilancio, poiché è fondamentale per dismettere i nuovi flussi di NPL (non performing loan). Ed è quanto ci si aspetta, anche se le condizioni a cui le Gacs saranno rinnovate potrebbero essere più penalizzanti rispetto al passato.
La attuali discussioni in corso con la DgComp di Bruxelles (che deve fornire una autorizzazione preventiva alla misura, in linea con la normativa sugli aiuti di Stato) convertono sull’ipotesi di abbassare la soglia di copertura della tranche senior della cartolarizzazione dal 100% all’80%.
Un restringimento aggiuntivo potrebbe interessare i servicer con l’introduzione di un monitoraggio più stretto sulle performance dei piani di recupero. Negli scorsi anni, infatti, in parte per stime forse troppo ottimistiche in fase di sottoscrizione e in parte per fattori di causa esterna (come la crisi dovuta alla situazione emergenziale) i recuperi effettuati sono risultati inferiori a quelli stimati dai business plan.
Ciò che si chiede è di alleggerire il rischio per i contribuenti che, in alcuni frangenti, potrebbe diventare decisamente dispendioso.
Al momento è ancora fuori discussione la possibilità di estendere la garanzia pubblica anche agli unlikely to pay, ovvero quella che oggi è considerata la classe più rappresentativa dello stock dei crediti npl rimasto nei bilanci bancari.
Il rinnovo delle Gacs dovrebbe estendersi per i prossimi due anni, intensificando notevolmente l’attività di de-risking delle banche italiane.
Oltre ai 78 miliardi di non performing exposures presenti sui bilanci bancari a marzo 2022 (di cui 44 miliardi di past due e utp), oggi sotto la lente di ingrandimento vi è inoltre il comparto dei prestiti garantiti dallo Stato.