Indice
- 1 Cosa si intende per superficie commerciale di un immobile
- 2 Che differenza c’è tra superficie e superficie commerciale?
- 3 Differenza tra superficie catastale e commerciale
- 4 Quanta differenza tra mq commerciali e calpestabili?
- 5 Quali sono le superfici da tenere in considerazione?
- 6 Come si calcola la superficie commerciale?
- 7 Quanto contano i balconi?
- 8 Cosa vuol dire 100 mq commerciali?
- 9 A cosa serve la superficie commerciale?
La superficie commerciale di un immobile è un dato cruciale durante una compravendita immobiliare. Si tratta di un fattore importante sia per i clienti che per i venditori. Ai primi serve, infatti, per valutare se l’immobile può soddisfare le loro esigenze, mentre per i secondi è utile per determinare un prezzo adeguato.
La superficie commerciale di un immobile residenziale (anche detta “superficie convenzionale vendibile”) è data dalla somma di tutte le superfici ponderate che compongono la proprietà. Include quindi muri, balconi, giardini, posti auto, cantine e soffitte. È spesso indicata come SCV negli annunci immobiliari e rappresenta un parametro oggettivo di mercato per la valutazione immobiliare.
In questo articolo scoprirai tutto ciò che c’è da sapere sull’argomento.
Cosa si intende per superficie commerciale di un immobile
Il “Codice delle Valutazioni Immobiliari” riporta che la superficie commerciale di un immobile è data dalle effettive dimensioni di un immobile.
Conoscendo il metro quadro commerciale di una casa, è possibile calcolarne il valore economico. Come accennato in precedenza, si tratta dunque di un’informazione estremamente rilevante per chi desidera vendere o acquistare.
Che differenza c’è tra superficie e superficie commerciale?
La prima cosa che occorre sapere per il calcolo delle effettive dimensioni di una casa, è una distinzione importante, ovvero quella tra superficie calpestabile e superficie catastale.
La superficie calpestabile, detta anche metratura netta, consiste nello spazio disponibile all’interno della casa, ovvero il “pavimento”. Di conseguenza, i metri quadri calpestabili sono sempre inferiori rispetto a quelli commerciali.
Differenza tra superficie catastale e commerciale
Come riporta il DPR n.138 del 1998, la superficie commerciale è legalmente equivalente alla superficie catastale. Entrambe indicano la dimensione di un immobile, compresi l’unità principale, i muri e tutte le pertinenze esclusive.
La differenza tra questi due concetti riguarda il loro scopo: la superficie catastale è utilizzata per fini fiscali, mentre quella commerciale è importante per il mercato immobiliare. In ogni caso, entrambe differiscono dalla “superficie calpestabile” o “metratura netta”.
Quanta differenza tra mq commerciali e calpestabili?
Come abbiamo detto, la superficie calpestabile comprende i metri quadrati percorribili, escludendo quindi il perimetro del muro. Per questa ragione si parla di metratura netta.
La differenza tra superficie commerciale e calpestabile può essere del 50% per i muri perimetrali, 20% per le cantine esterne, e 30% per i balconi.
Quali sono le superfici da tenere in considerazione?
La prima cosa da sapere è che per il calcolo della superficie commerciale occorre prendere in considerazione tutte quelle che compongono un immobile, come:
- le superfici coperte calpestabili, comprese dei muri interni, perimetrali e in comunione con altre unità immobiliari;
- le superfici ponderate ad uso esclusivo di terrazzi, balconi, patii e giardini;
- le quote percentuali delle superfici delle pertinenze (soffitte, mansarde, cantine, posti auto coperti e scoperti, ecc..).
È però importante sapere che non tutte le sue parti considerate hanno lo stesso valore. Alcune, ad esempio, sono considerate al 100%, mentre altre vengono ponderate, ovvero considerate in maniera proporzionale all’importanza di quei determinati elementi nel complesso dell’ampiezza dell’abitazione.
Le superfici coperte calpestabili vengono calcolate come segue:
- 100% per le superfici calpestabili;
- 100% per i muri interni e perimetrali esterni vengono (fino a uno spessore massimo di 50 centimetri);
- 50% per i muri in comunione (fino a uno spessore massimo di 25 centimetri).
Per quanto riguarda le superfici scoperte, le percentuali sono le seguenti:
- 60% verande;
- 35% per balconi e terrazze coperte, patii e porticati;
- 25% per balconi e terrazze scoperte;
- 15% giardini di appartamento;
- 10% giardini di ville;
Per misurare le pertinenze esclusive di ornamento, i balconi e le terrazze si arriva fino al contorno esterno mentre per i giardini e le aree scoperte a uso esclusivo fino al confine della proprietà. Se la proprietà è delimitata da un muro di confine in comunione la misurazione va effettuata fino alla mezzeria dello stesso.
Per quanto riguarda invece le pertinenze, il calcolo può variare a seconda della loro tipologia, dimensione nonché dell’ubicazione dell’immobile.
In termini generali, le quote percentuali utilizzate sono le seguenti:
- 25% per le cantine;
- dal 25 al 50% per i posti auto coperti e scoperti;
- dal 40 all’80% per i box auto;
- 60% per locali interrati abitabili;
- 80% per mansarde rifinite.
Per avere maggiori informazioni sulle percentuali è possibile consultare la guida al calcolo della superficie commerciale sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Come si calcola la superficie commerciale?
Una volta definite le varie percentuali, è possibile procedere con calcolo della superficie commerciale di un immobile.
Per prima cosa, però, è importante distinguere i diversi ambienti:
- Vani principali e vani accessori diretti: la superficie si calcola al lordo dei muri perimetrali, sia interni che esterni. Se ci sono pareti in comune con altre unità immobiliari, deve essere considerato solo metà dello spessore.
- Pertinenze esclusive di ornamento dell’unità immobiliare: per misurare terrazze e balconi si arriva fino al contorno esterno. Per i giardini e tutte le aree scoperte ad uso esclusivo la misurazione va effettuata fino al confine della proprietà.
- pertinenze esclusive accessorie a servizio dell’unità immobiliare: il calcolo di cantine, soffitte e simili si effettua misurando i muri perimetrali esterni e quelli in condivisione fino alla mezzeria.
È importante fare una ulteriore precisazione. Se l’immobile si trova in un condominio, non devono essere conteggiate:
- le aree ad uso comune;
- i locali tecnici e di guardiana;
- i vani la cui altezza è inferiore a 1,50 metri.
Ora che abbiamo definito le varie distinzioni e compreso come misurare correttamente ogni ambiente, possiamo vedere come si calcola la superficie commerciale di un immobile.
Le misurazioni devono tenere in considerazione specifici coefficienti per ogni ambiente, riportati nella tabella qui sotto.
Sebbene i dati forniti siano molto dettagliati, per evitare errori consigliamo comunque di affidarsi ad un professionista.
Quanto contano i balconi?
Come si può vedere dalla tabella, per i balconi c’è una differenza del coefficiente, a seconda che si tratti di balconi coperti o scoperti. Bisogna inoltre definire se il balcone o la terrazza siano comunicanti o meno con i vani principali. Se sono comunicanti, vengono computati al 30% della superficie reale fino a 25 mq e il 10% oltre 25 mq. Se il balcone e/o la terrazza non sono comunicanti, si considera solo il 15% fino a 25 mq e il 5% oltre 25 mq.
Stessa cosa per le aree scoperte come giardini o ampi piazzali pavimentati. In questo caso la superficie va ragguagliata al 10% fino a concorrenza della superficie lorda dell’unità immobiliare, mentre la restante quota deve essere ragguagliata al 2%.
Cosa vuol dire 100 mq commerciali?
I metri quadri commerciali corrispondono alla superficie totale dell’immobile e, oltre all’unità principale, comprendono anche muri e pertinenze ad uso esclusivo. 100 metri quadri commerciali rappresentano quindi lo spazio totale dell’immobile.
A cosa serve la superficie commerciale?
La superficie commerciale è un valore fondamentale per chi vuole comprare o vendere un immobile. Per gli acquirenti serve per valutare se l’immobile può soddisfare le loro esigenze, mentre per i venditori è utile per determinare un prezzo adeguato.