Caro vita, inflazione crescente, aumento costante dei tassi con l’obiettivo di contenerla, ma che finisce solo per aumentare il peso sulle spalle delle famiglie italiane. Sono solo alcune delle sfide che, come uno tsunami, si sono scagliate negli ultimi mesi sul mercato immobiliare. Un mercato che, si sa, finisce sempre per essere la cartina tornasole dello stato di salute dell’economia del Paese.
Alla luce di tutto questo, la domanda sorge spontanea: quali sono i reali effetti che questa situazione sta avendo sul real estate italiano? Siamo forse ad un passo dal baratro?
Sebbene le aspettative siano di una imminente correzione dei prezzi delle case, la situazione è tutt’altro che preoccupante. Per il Fondo Monetario Internazionale (FMI), infatti, sulla base di vari fattori come l’ indebitamento delle famiglie, la quantità di mutui a tasso variabile, la variazione dei prezzi e dei tassi, ecc., il comparto immobiliare italiano risulta essere tra i più “sicuri” d’Europa.
A riportare la notizia è il report “Immobiliare, tra crescita e inflazione”, presentato da Bnl/Bnp Paribas durante l’11° edizione dell’Osservatorio immobiliare di Bnl. L’obiettivo del report è quello di fornire una panoramica sui Paesi, gli andamenti congiunturali e le aspettative per il mercato immobiliare.
Stando ai risultati, sebbene dal 2019 i prezzi delle case in Italia siano aumentati, le quotazioni reali tra la fine del 2019 e il terzo trimestre del 2022 sono state negative. Ben diversa invece la situazione in Germania e nell’area euro, dove le quotazioni sono state ampiamente positive.
In riferimento alle quotazioni delle abitazioni nell’area euro, Simona Costagli del Bnl Economy Research ha osservato che i prezzi degli immobili erano in media il 43% più alti nel quarto trimestre del 2022 rispetto al 2015. Tuttavia, la Germania ha visto un calo del 5% rispetto al trimestre precedente, il più grande dall’inizio della serie storica. Spostando l’attenzione unicamente sullo scorso anno, anche in Germania c’è una divergenza evidente tra l’andamento dei prezzi immobiliari e quello dei prezzi in generale. In Italia i prezzi delle case sono invece saliti del 2,8%, con solo un leggero calo del mercato dell’usato (-0,6%) e aumenti del 2,7% per le nuove costruzioni. Quanto invece alle previsioni per il 2023 “l’aspettativa è di prezzi fermi, anche se l’incidenza delle compravendite con mutuo sul totale delle persone fisiche è passato dal 51,9% del I trimestre 2022 al 42,8% del 4° trimestre dello stesso anno”.
Sembra inoltre che il tallone d’Achille dell’immobiliare italiano sia un patrimonio immobiliare datato, che fatica ad adeguarsi a ciò che il mercato richiede oggi. Non solo per adeguarsi alla normativa europea sulle case green ma anche per far fronte alle necessità degli acquirenti.
Come conclude infatti Costagli, “il 60% del nostro patrimonio è vetusto, ha oltre 45 anni ed è spesso in cattivo stato di conservazione. Ciò rende gli edifici inefficienti dal lato del risparmio energetico e, nei prossimi anni, maggiormente esposti a una perdita significativa di valore” .