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Si torna ancora una volta a parlare delle novità relative al Superbonus. Un tema spinoso, sul quale c’è molto di più da considerare che il solo impatto sui conti pubblici. Certo è vero, ha comportato un costo maggiorato alle casse dello Stato, superando le previsioni iniziali, ma non solo. Ha infatti anche generato un’enorme quantità di crediti fiscali attraverso la cessione del credito e lo sconto in fattura. Questa massa di crediti fiscali, del valore di circa 30 miliardi di euro, è da mesi alla ricerca di acquirenti e deve essere presa in considerazione.
Ciò che emerge dai numeri presentati in audizione da Tesoro, Finanze e Ragioneria generale dello Stato nella commissione Bilancio alla Camera, insieme alle cifre precedentemente divulgate dall’amministrazione finanziaria, è un quadro preoccupante. I dati più recenti, aggiornati alla fine di aprile, non lasciano spazio a dubbi. Le ultime manovre messe in atto dal Parlamento e dal Governo per sbloccare i crediti fiscali non hanno ancora prodotto i risultati sperati.
Tempistiche ancora lunghe per la procedura di compensazione
In pratica, al momento Poste non ha ancora ripristinato il canale per l’acquisto di bonus fiscali. Stessa cosa per la nuova piattaforma di Enel X per il decreto Cessioni che è ancora in attesa di approvazione. Anche l’Abi ha recentemente rivelato che la procedura di compensazione richiederà più tempo rispetto alla proposta Ance a causa degli impatti sui conti di cassa. Riporta infatti che “questa procedura richiede tempi più lunghi per svuotare lo stock di crediti di imposta”. In sintesi, il recupero dei crediti d’imposta non sarà immediato nemmeno per le banche.
Guardando ai numeri dell’economia, la situazione appare chiara: la burocrazia rallenta il processo. Ma non solo: secondo il direttore delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, sono stati comunicati crediti per il solo Superbonus pari a 61,9 miliardi di euro, ma non tutti sono stati completati. L’audizione della scorsa settimana ha infatti stabilito che solo 31,4 miliardi di euro sono stati accettati e utilizzati. Questo significa che ci sono ancora circa 30 miliardi di crediti in attesa.
Un numero che racchiude però mille casi, tutti differenti tra loro. Tra questi vi sono anche coloro che attendono ansiosamente una risposta dall’acquirente. Gli intermediari, dal canto loro, devono affrontare lunghi mesi di verifiche creditizie. Il rallentamento del mercato ha portato al blocco totale delle cessioni, provocando ritardi anche per gli sconti in fattura richiesti dalle imprese. Fortunatamente, se tutto dovesse fallire, c’è sempre la possibilità della detrazione. Ecco perché è importante conoscere tutte le sfumature di questo mondo intricato e complesso.
Come utilizzare i bonus
Sono disponibili diverse opzioni per utilizzare i bonus previsti dalla legge di conversione del decreto cessioni. La detrazione in dieci anni è possibile per i committenti, ma solo per le spese sostenute nel 2022 e a partire dalla dichiarazione dei redditi del 2024 (riferita ai redditi del 2023). Chi ha acquistato un credito può diluirlo in dieci rate annuali, ma solo se la cessione è stata comunicata entro il 31 marzo 2023. Questa opzione si applica anche al superbonus, al bonus barriere architettoniche e al sismabonus.
Novità Superbonus: le compensazioni effettive
La recente audizione ha rivelato inoltre un nuovo dettaglio riguardante i crediti legati a lavori agevolati. Si spiega quali cifre sono state realmente usate per ottenere le diverse agevolazioni. Ad oggi, su quasi 65,6 miliardi di crediti, solo 15,2 miliardi sono stati compensati. Tuttavia, questo dato deve essere considerato insieme alla rateizzazione di questi crediti. Una parte di questi soldi non può essere ancora riportata in F24 perché saranno disponibili solo dopo la maturazione della rata di credito.
Se nel 2023 non si potranno ancora fare valutazioni definitive, nel 2021 e nel 2022 il livello di dispersione dei crediti è stato generalmente basso. Il 2021 ha visto il 98% dei crediti compensati mentre il 2022, il 95%. Questo risultato è principalmente dovuto al superbonus, che è l’agevolazione più grande e ha visto il 98% dei crediti compensati. Tuttavia, in alcuni casi, i bonus con importi minori hanno avuto una percentuale di compensazione peggiore. Ad esempio, l’ecobonus nel 2022 ha avuto solo un 88% di compensazioni, mentre il sismabonus nello stesso anno si è fermato all’83%.