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Sono trascorsi 3 mesi dall’approvazione del Decreto Legge sulla cessione del credito, ma ci sono ancora molte questioni da risolvere. La principale è quella dei crediti incagliati, che rappresenta una situazione intricata e di difficile soluzione. Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Economia e delle Finanze il 23 maggio, il valore dei crediti non pagati sarebbe di circa 30 miliardi di euro.
Come riferisce il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, le cessioni del credito e gli sconti in fattura hanno raggiunto un valore di circa 61,9 miliardi di euro.
Allo stesso tempo, a fine aprile, le cessioni per cui è stata avviata la procedura di individuazione del cessionario hanno raggiunto i 31,4 miliardi. Questo sebbene una parte dei crediti sia ancora bloccata e senza destinazione. Secondo l’ANCE, la somma dei crediti incagliati continuerà a crescere.
Inoltre, è stata annunciata l’apertura della piattaforma di Enel X e lo sblocco per le nuove pratiche di cessione del credito di Poste Italiane.
In questo articolo cercheremo di fare una panoramica di tutte le novità.
Superbonus: le proposte per sbloccare i crediti incagliati
Quello che riguarda Superbonus e cessione del credito è un lungometraggio nel quale i colpi di scena non mancano.
Con il decreto del 16 febbraio è stato vietato l’utilizzo della cessione del credito e dello sconto in fattura per i nuovi cantieri del Superbonus. Successivamente, sono stati apportati dei correttivi al decreto legge, che riguardano gli interventi con CILA o CILAS con data antecedente al 17 febbraio.
Oggi, nonostante siano già trascorsi due mesi dalle modifiche, la situazione resta incerta, soprattutto per quanto riguarda i crediti incagliati. Si stima che ci siano circa 30 miliardi di euro di crediti ancora in sospeso, ma questa cifra include anche i contribuenti che hanno scelto la detrazione.
Il vicepresidente dell’ANCE, Stefano Benni, ha reso noto che i crediti del superbonus potrebbero aumentare se non viene trovata una soluzione. Ed è proprio per questo motivo che è stata richiesta una proroga per le scadenze del superbonus fissate alla fine dell’anno in corso.
“Il sistema è già rallentato, quindi la seconda necessità che diventa immediatamente urgente è quella di una proroga perché al 31/12/2023 le imprese avevano programmato di finire i lavori del 110 ma non avendo liquidità non sono più in grado di finire”.
La proposta riguarda i lavori già avviati:
“Non parliamo di nuovi cantieri ma parliamo di cantieri esistenti che hanno rallentato o fermato produzioni quindi hanno necessità di portare avanti queste date”.
Le proposte per sbloccare i crediti incagliati
Un po’ da ogni direzione, non sono mancate le proposte per sbloccare i crediti ma diverse di queste sono state abbandonate. Come la possibilità di consentire alle banche di utilizzare la compensazione esterna con F24 dei crediti del Superbonus con parte dei debiti dei propri correntisti.
Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di creare una piattaforma che consenta l’incontro tra coloro che richiedono crediti e coloro che li offrono.
Si tratta della proposta avanzata da ENEL X, che si sta preparando per il lancio della piattaforma. L’obiettivo è semplice. Acquisire crediti fiscali “certi, liquidi ed esigibili da un primo cessionario” per poi cederli a terzi secondo il calendario fiscale per ottenere un vantaggio immediato. Inoltre, si sta aspettando la riapertura dei termini di Poste Italiane per l’acquisizione di nuove pratiche. Al momento, tuttavia, l’unica opzione operativa è la detrazione fiscale a 10 anni.
Chi può ancora richiedere la cessione dei crediti e lo sconto in fattura?
Il Decreto Cessioni ha previsto la possibilità di accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito per i lavori di edilizia libera. Alcuni esempi possono essere: la sostituzione di infissi, caldaie e l’installazione di pannelli fotovoltaici, che non richiedono particolari abilitazioni.
Tuttavia, è importante notare che tali agevolazioni possono essere richieste solo per i lavori che non sono stati ancora realizzati alla data del 16 febbraio 2023 e per i quali c’è un accordo tra le parti, senza alcuna prova certa sulla data di inizio dei lavori.