Negli ultimi anni, il mercato del credito deteriorato in Italia ha vissuto una trasformazione profonda, segnando una riduzione significativa dello stock di Non-Performing Exposures (NPE). Dal 2015 a oggi, l’Italia ha registrato una diminuzione complessiva di 71 miliardi di euro nello stock di crediti deteriorati, con una previsione di ulteriori 84 miliardi in meno entro il 2026. Questo trend positivo rappresenta un esempio virtuoso nel panorama europeo e testimonia l’efficacia delle strategie messe in atto dal sistema bancario italiano.
Una Strategia di Recupero di Successo per il Credito Deteriorato
Il calo dello stock di NPE è il risultato di politiche di recupero mirate, combinate con strategie di cessione dei portafogli deteriorati. Dal 2017, il mercato italiano ha visto una razionalizzazione del comparto del servicing, con oltre 62 operazioni straordinarie di M&A, finalizzate a ottimizzare le strutture e migliorare l’efficienza. Questo approccio ha contribuito a ridurre il peso dei crediti deteriorati nei bilanci bancari, portando il NPE Ratio a un livello storicamente basso.
Inoltre, la crescente professionalizzazione dei servicer ha permesso di migliorare le tecniche di recupero e di gestione dei portafogli, garantendo risultati migliori rispetto agli obiettivi iniziali in molti casi. L’adozione di tecnologie avanzate, come l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale, ha ulteriormente potenziato la capacità di monitoraggio e intervento sui crediti problematici.
Previsioni per il Biennio 2025-2026
Guardando al futuro, le stime per il biennio 2025-2026 indicano una stabilizzazione dei volumi transati di NPL e UTP. Si prevede che i volumi annui si assesteranno intorno a 18 miliardi di euro per i Non-Performing Loans (NPL) e 5 miliardi di euro per gli Unlikely-to-Pay (UTP). Questo permetterà di mantenere il NPE Ratio delle banche italiane intorno al 3%, consolidando ulteriormente la stabilità del sistema finanziario.
Le previsioni includono anche un rallentamento nella creazione di nuovi crediti deteriorati, grazie a un contesto economico relativamente stabile e a politiche di vigilanza più stringenti. Tuttavia, saranno necessari continui investimenti in infrastrutture tecnologiche e risorse umane per mantenere elevati gli standard di recupero.
Il Contributo delle Politiche Pubbliche sul Credito Deteriorato
Un elemento chiave nel successo del mercato italiano è rappresentato dalle politiche pubbliche di sostegno alle imprese, che hanno contribuito a ridurre il rischio di credito e a migliorare la qualità degli attivi bancari. Questo contesto favorevole ha permesso all’Italia di distinguersi rispetto ad altri Paesi europei, dove lo stock di NPE è invece in crescita.
In particolare, strumenti come le GACS (Garanzie sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze) hanno giocato un ruolo determinante nell’accelerare le cessioni di portafogli deteriorati, rendendo il mercato più dinamico e competitivo. La continua collaborazione tra settore pubblico e privato sarà essenziale per affrontare le sfide future.
Opportunità e Sfide per il Settore
Nonostante i progressi significativi, il mercato del credito deteriorato presenta ancora delle sfide. L’incremento dei tassi di interesse e la maggiore competitività nel mercato primario stanno influenzando i prezzi dei portafogli NPL, rendendo necessaria una gestione sempre più efficiente da parte dei servicer. Tuttavia, queste dinamiche offrono anche opportunità, soprattutto nel mercato secondario, dove la domanda di portafogli misti e unsecured rimane elevata.
Un altro aspetto cruciale è rappresentato dall’evoluzione delle normative europee, che potrebbero influenzare le strategie di gestione del credito deteriorato. Le banche e i servicer dovranno essere pronti ad adattarsi rapidamente a nuovi requisiti, mantenendo un focus sull’efficienza operativa e sulla trasparenza.
Conclusione
Il futuro del credito deteriorato in Italia appare promettente. Grazie a un mix di strategie di recupero, politiche pubbliche efficaci e una crescente efficienza nel settore del servicing, il mercato si sta dirigendo verso una stabilità senza precedenti. Le previsioni per il triennio 2024-2026 consolidano questa visione, offrendo opportunità di crescita e innovazione per gli operatori del settore.
In un panorama europeo in evoluzione, l’Italia si conferma un modello da seguire, dimostrando come una gestione attenta e lungimirante possa trasformare sfide in opportunità. Il percorso non è privo di ostacoli, ma con il giusto equilibrio tra innovazione e cooperazione, il sistema bancario italiano è ben posizionato per affrontare il futuro con fiducia.