Mercato immobiliare in difficoltà: mutui e affitti sempre più proibitivi
Acquistare una casa nelle grandi città italiane è un’impresa sempre più ardua per milioni di famiglie, specialmente per chi ha un reddito annuo inferiore a 24.000 euro. Secondo l’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2025 dell’Ance, Milano, Roma e Napoli si confermano tra le città meno accessibili, con costi che mettono a dura prova i bilanci familiari.
Lo studio evidenzia che, per sostenere un mutuo, le famiglie potrebbero arrivare a destinare fino al 50% del proprio reddito mensile. Per il 20% delle famiglie più fragili, questa percentuale supera addirittura i due terzi, una soglia insostenibile, considerando che le banche generalmente non concedono finanziamenti con un rapporto rata-reddito superiore al 30-35%.
Ma non è solo l’acquisto a rappresentare un ostacolo: anche gli affitti sono fuori portata per molte famiglie. Nelle grandi città, il canone mensile può assorbire quasi la metà delle entrate di un nucleo familiare medio, una cifra che diventa ancora più elevata per chi ha redditi bassi. Il problema principale è la carenza di un’offerta immobiliare adeguata: la maggior parte degli acquirenti è costretta a rivolgersi al mercato dell’usato, che raramente rispecchia le esigenze e le aspettative moderne.
Confindustria e Ance propongono un nuovo piano casa
Per affrontare questa emergenza abitativa, Ance e Confindustria hanno presentato un ambizioso piano casa, con l’obiettivo di ampliare l’offerta di alloggi a costi sostenibili per lavoratori e famiglie. Tre i pilastri principali della proposta:
- Semplificazioni urbanistiche e amministrative, per accelerare i tempi di realizzazione di nuovi progetti residenziali.
- Misure fiscali, per incentivare la costruzione e la riqualificazione di immobili a prezzi accessibili.
- Sviluppo di strumenti finanziari e garanzie, per agevolare l’accesso ai mutui e attrarre investitori privati nel settore.
Secondo Federica Brancaccio, presidente dell’Ance, la mancanza di politiche abitative efficaci sta avendo un impatto non solo sulle famiglie, ma anche sul sistema economico nel suo complesso. L’accesso limitato alla casa ostacola la mobilità della forza lavoro e penalizza intere categorie fragili, come i giovani e gli studenti.
Una generazione precaria e senza casa: il 36,3% degli under 40 vive in affitto
Il mercato immobiliare italiano si scontra con una realtà sempre più evidente: una generazione di lavoratori precari, senza garanzie e senza accesso alla casa di proprietà. Ad oggi, il 36,3% degli under 40 è costretto a vivere in affitto, in un Paese dove i canoni mensili risultano tra i più alti d’Europa.
Questa situazione si traduce in un doppio ostacolo: da un lato, le banche tendono a evitare finanziamenti a chi ha contratti di lavoro instabili; dall’altro, l’offerta abitativa a prezzi accessibili è insufficiente per soddisfare la domanda crescente. Il risultato? Un blocco del settore immobiliare, con ripercussioni dirette sulla crescita economica.
Il ruolo chiave della famiglia come ammortizzatore sociale
In Italia, circa l’80% delle famiglie vive in una casa di proprietà, un dato che, se da un lato conferma la solidità del patrimonio immobiliare, dall’altro evidenzia come il welfare familiare sia l’unico vero sostegno per chi cerca una casa. I giovani dipendono sempre più dalle risorse dei genitori per acquistare un immobile, in assenza di misure strutturali che facilitino l’accesso alla proprietà.
Senza interventi concreti, il rischio è quello di un mercato immobiliare stagnante, incapace di rispondere alle esigenze di una nuova generazione che fatica a costruire il proprio futuro. La sfida, per il settore e per gli investitori, è trovare soluzioni innovative e sostenibili per rilanciare il mercato residenziale e offrire opportunità concrete a chi oggi è escluso dall’accesso alla casa.
Conclusione
L’accessibilità abitativa è oggi una delle sfide più urgenti del settore immobiliare. L’iniziativa di Ance e Confindustria rappresenta un primo passo importante, ma serviranno strategie a lungo termine per garantire un mercato più inclusivo e sostenibile, capace di rispondere alle esigenze delle famiglie e degli investitori.