Intesa Sanpaolo ha pubblicato il risultato dei primi nove mesi del 2022 che, oltre ad essere il migliori dal 2008, si dimostra perfettamente in linea con l’obiettivo previsto dal Piano di Impresa nel 2022: 4,4 miliardi di utile netto (escludendo gli accantonamenti per il de-risking della Russia).
Rispetto a quelli precedenti, nell’ultimo trimestre l’esposizione verso la Russia si è ridotta del 65%, arrivando allo 0,3% degli impieghi alla clientela del Gruppo. Nonostante possa essere già da ora considerata una banca a esposizione zero verso la Russia, Intesa Sanpaolo continuerà a lavorare per ridurre la limitata esposizione residua.
Durante la call con gli analisti che ha seguito la pubblicazione dei risultati, Carlo Messina – amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, ha infatti dichiarato di aver portato avanti la “pulizia di bilancio” mediante la quale aveva già aveva già raggiunto lo status di banca zero NPL per ridurre anche le esposizioni verso la Russia. Il ratio netto degli NPL si attesta all’1%, con un flusso di crediti deteriorati ai minimi storici e copertura in crescita nel terzo trimestre.
Da dicembre 2021 lo stock di crediti deteriorati scende del 25,5% al lordo delle rettifiche di valore e del 14,8% al netto, attestandosi a circa 3,9 miliardi di euro da fine 2021 e a circa 54 miliardi dal picco di settembre 2015.
Considerando il dato contabile al 30 settembre, l’incidenza dei crediti deteriorati sui crediti complessivi equivale al 2,4% al lordo delle rettifiche di valore e all’1,3% al netto. Percentuali che, tenendo conto della riduzione per le ulteriori cessioni previste nel 2022 già oggetto di accantonamento nel quarto trimestre 2021, sono pari rispettivamente al 2,2% e all’ 1,2% pro-forma.
A fine settembre 2022, il livello di copertura specifica dei crediti deteriorati è del 46,9%, con una copertura specifica della componente costituita dalle sofferenze al 65,8%.
Sebbene lo scenario macroeconomico si presenti complesso, Messina si dice “positivo”. “L’economia italiana – spiega – è più solida della crisi precedente, grazie a fondamenta più solide. Anche se ci sarà una breve recessione, l’Italia recupererà nel 2024″.
“Il debito nazionale è molto più sostenibile, le aziende sono più resilienti e il sistema bancario più solido – ha aggiunto in un altro passaggio – Ci aspettiamo un recupero veloce nel 2024, basato su ampio sostegno all’economia da parte del governo italiano e un sostegno finanziario dell’UE”.