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Decreto Omnibus: Un’Esplorazione della Tassa Sugli Extra-Profitti Bancari e le Sue Ripercussioni sui Mutui

Di ImmoBillion
12 Agosto 2023
in Banche
Tempo di Lettura: 4 min
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Indice

  • 1 Decreto Omnibus: Nascita della Tassa sugli Extra-Profitti delle Banche
  • 2 L’Anatomia della Tassa sugli Extra-Profitti delle Banche
  • 3 Tassa sugli Extra-Profitti: Un Modello Europeo
  • 4 Il Decreto Omnibus: Un Bilancio

Il recente Decreto Omnibus, introdotto dal governo italiano, ha destato notevole interesse e, allo stesso tempo, suscitato preoccupazioni nell’ambito finanziario del paese. Il fulcro di questa controversia è la tassa una tantum sugli extra-profitti delle banche, una misura progettata per riequilibrare la distribuzione della ricchezza nel settore bancario. Ma come funziona questa tassa e quali saranno le sue implicazioni per i mutui? Cerchiamo di esaminare questi aspetti in dettaglio.

Decreto Omnibus: Nascita della Tassa sugli Extra-Profitti delle Banche

Il decreto Omnibus, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, contempla una tassa straordinaria sugli extra-profitti realizzati dalle banche, attribuibili all’aumento “anomalo” del costo del denaro. Questo prelievo, che si configura come un contributo di solidarietà da parte delle banche, mira a ridurre le diseguaglianze sociali e a garantire una distribuzione più equa della ricchezza.

L’Anatomia della Tassa sugli Extra-Profitti delle Banche

Definizione di Extra-Profitti

Gli extra-profitti si riferiscono alla differenza tra interessi attivi (incassati come guadagno su prestiti e mutui concessi) e passivi (versati alla clientela per conti correnti o conti deposito). Con l’aumento dei tassi di interesse della BCE, quest’ultimo è rimasto pressoché invariato, mentre gli interessi attivi sono cresciuti a un ritmo molto più accelerato, creando un margine di interesse “anomalo” e un’opportunità di profitto extra per le banche.

Chi è tenuto a Pagare la Tassa

Il prelievo sarà a carico di banche e intermediari finanziari, con l’eccezione dei fondi comuni di investimento e delle società di intermediazione mobiliare.

Entità e Tempistiche del Pagamento

La tassa sarà applicata con un’aliquota pari al 40% sugli extra-profitti realizzati dagli istituti di credito nel 2022 e 2023. Tuttavia, il totale del prelievo non potrà superare il 25% del valore del patrimonio netto della banca alla chiusura dell’esercizio 2022 e, in ogni caso, non supererà lo 0,1% del totale delle attività dell’istituto. Il pagamento della tassa dovrà essere effettuato entro giugno 2024.

Destinazione delle Risorse

Le risorse raccolte tramite questo prelievo saranno destinate a rifinanziare il fondo per i mutui sulla prima casa per gli under 36 e a ridurre l’IRPEF per le famiglie e le imprese.

Tassa sugli Extra-Profitti: Un Modello Europeo

L’introduzione di una tassa sugli extra-profitti bancari non è un fenomeno esclusivamente italiano. Altri paesi europei, tra cui Spagna, Ungheria e Repubblica Ceca, hanno già adottato misure analoghe per tassare i loro sistemi bancari.

Quanto dovranno pagare le banche?

Sebbene il Decreto Omnibus non abbia progettato la tassa per colpire unicamente gli extra-profitti e non i guadagni core delle banche, le sue ripercussioni potrebbero essere significative. In particolare, gli istituti di credito che dipendono maggiormente dall’attività di prestito potrebbero vedere ridotti i loro guadagni. Inoltre, la tassa potrebbe portare le banche a riconsiderare la distribuzione di generosi dividendi, nonostante i risultati positivi degli stress test.

La tassa sugli extraprofitti bancari in Italia è stata rivista dal governo in risposta alle preoccupazioni sollevate dal settore bancario. L’aliquota sarà del 40% applicata all’aumento dei margini di interesse nel 2022 e 2023 rispetto al 2021, ma con alcune modifiche nei limiti.

Il tetto massimo non supererà il 25% del patrimonio netto della banca alla fine del 2022. Tuttavia, per garantire la stabilità delle banche, non supererà lo 0,1% del totale degli attivi.

Queste modifiche sono vantaggiose per le grandi banche italiane come Intesa e Unicredit, che dovranno pagare un importo inferiore, potenzialmente inferiore a un miliardo di euro

L’Impatto sui Mutui

Il governo italiano ha approvato un prelievo unico sugli extra-profitti che le banche hanno realizzato a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Il prelievo ha lo scopo di ristabilire l’equità sociale, utilizzando i proventi per ridurre le tasse e sostenere le famiglie che fanno fatica con i mutui. Tuttavia, i dettagli del prelievo non sono ancora chiari e ciò potrebbe indurre le banche a modificare l’offerta dei loro prodotti, concentrandosi su quelli con un margine di commissione più ampio. Questo potrebbe rendere l’accesso al credito ancora più difficile per le famiglie, già in difficoltà a causa dell’aumento dei tassi di interesse sui mutui.

Simone Azzoaglio, CEO di Banco Azzoaglio, ha espresso preoccupazioni per la proposta di imposta, sostenendo che potrebbe portare a una contrazione generalizzata del prestito. Azzoaglio ritiene che l’imposta avrà un impatto minimo sulle finanze delle famiglie, ma peserà sulle banche e sulle imprese. Suggerisce che un’opzione di mutuo flessibile potrebbe aiutare le famiglie che fanno fatica a pagare i loro mutui. Tuttavia, nonostante queste preoccupazioni, il prelievo si prefigge di sostenere le famiglie in difficoltà e di ridurre l’imposta sul reddito, quindi potrebbe avere anche alcuni impatti benefici, a seconda della sua attuazione.

Il Decreto Omnibus: Un Bilancio

Il Decreto Omnibus, con la sua tassa sugli extra-profitti bancari, rappresenta un tentativo del governo di riequilibrare la distribuzione della ricchezza nel settore bancario. Tuttavia, la sua efficacia e le sue potenziali ripercussioni rimangono da vedere. L’impatto sui mutui, in particolare, sarà un aspetto cruciale da monitorare nei prossimi mesi.

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