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L’aumento di 75 punti base del tasso di sconto della Bce e la crescita del costo del denaro finiranno per avere un impatto sulle rate e sui tassi di riferimento per prestiti e mutui. Per i mutui a tasso variabile l’incremento sarà compreso tra 40 e 50 euro mentre per un nuovo mutuo a tasso fisso da 200 mila euro della durata di 20 anni, l’aumento arriverà fino a 3.100 euro. È quanto emerge dal confronto tra le migliori offerte presenti oggi sul mercato dei mutui ipotecari e quelle in vigore lo scorso anno, portato avanti dal Codacons.
“Occorrerà attendere qualche giorno per capire in quale misura la recente decisione della Bce modificherà il mercato dei mutui e l’impatto preciso sui mutui già accesi dagli italiani” afferma Stefano Zerbi, portavoce del Codacons. “Ciò che è certo, è che l’aumento varato dalla Bce, seppur finalizzato a contenere l’inflazione, arriva in un momento in cui le famiglie sono assediate dal caro-bollette e da una crescita record dei prezzi al dettaglio. Un aggravio di spesa aggiuntivo che impoverirà gli italiani e aumenterà il rischio di ritardi nei pagamenti delle rate, con i nuclei più in difficoltà che a fine mese dovranno scegliere se pagare le bollette o la rata del mutuo”.
Un aumento che, senza dubbio, finisce per aggravare la già complicata situazione del mercato dei mutui.
L’impatto sui mutui a tasso fisso
Sicuramente non ci saranno ripercussioni sui mutui a tasso fisso preesistenti bensì per tutti i nuovi contratti. A causa della costante crescita dei tassi di interesse accentuata anche dalla guerra in Ucraina, per i nuovi contraenti il tasso sarà sensibilmente più oneroso rispetto alle condizioni in vigore solo un anno fa. Infatti, il tasso di riferimento per i mutui fissi è passato da 0,40 del settembre 2021 per i mutui di 20 anni al 2.79% attuale, dallo 0,51% al 2.58% per quelli di 25 anni e dallo 0,48% al 2.41% per quelli trentennali.
L’impatto sui mutui a tasso variabile
Per i mutui variabili il tasso di riferimento è quello dell’Euribor che, mentre il 27 settembre 2021 era pari a -0,55% per un mese e -0,54% per i tre mesi, al 27 Ottobre 2022 è salito rispettivamente all’1,13% e all’ 1,61%.
Aumento delle rate registrato in alcuni casi di mutui variabili e fissi
Ecco di seguito quanto emerge dall’analisi di Codacons.
- MUTUO VARIABILE DA 150.000 EURO DI 30 ANNI: per un mutuo prima casa, la migliore offerta, prevede un Taeg dell’1,95% ed una rata mensile da 539 euro. A settembre 2021, per la stessa tipologia di mutuo l’offerta migliore consisteva in un Taeg dello 0,48% ed una rata mensile pari a 442 euro.
L’aggravio mensile è quindi di 97 euro, per un maggiore esborso annuo di 1.164 euro.
- MUTUO VARIABILE DA 100.000 EURO DI 25 ANNI: quanto mi costa un mutuo da 100.000 euro? Attualmente il Taeg migliore per la prima casa si attesta all’1,83%, con una rata mensile da 406 euro. Per la stessa tipologia di mutuo, nel 2021 l’offerta migliore prevedeva un Taeg dello 0,42% e una rata mensile pari a 346 euro.
Il rincaro mensile è quindi di 60 euro mentre quello annuale è di 720 euro.
- MUTUO VARIABILE DA 200.000 EURO DI 20 ANNI: per un mutuo prima casa, la migliore offerta, prevede un Taeg dell’1,84% ed una rata mensile da 978 euro. Lo scorso anno, l’offerta migliore per la stessa tipologia di mutuo registrava un Taeg dello 0,39% e una rata mensile pari a 858 euro.
Tra i mutui a tasso variabile questo scenario si prospetta come il meno vantaggioso, con una crescita mensile di 120 euro, pari a 1.440 euro annui.
- NUOVO MUTUO FISSO DA 150.000 EURO IN 30 ANNI: quanto costa al mese un mutuo da 150.000 euro? Oggi il Taeg per l’acquisto della prima casa è del 3,52%, con una rata mensile da 667 euro. Nel 2021 l’offerta migliore registrava un Taeg dell’1,04% con una rata mensile pari a 481 euro.
Il rincaro mensile è quindi di 186 euro, che diventa di 2.232 euro su base annua.
- NUOVO MUTUO FISSO DA 200.000 EURO IN 25 ANNI: in questo caso l’offerta migliore prevede un Taeg del 3,53% ed una rata mensile da 490 euro. Situazione ben diversa dallo scorso anno quando il Taeg era dello 0,98% e la rata da 370 euro mensili.
La differenza è quindi di 120 euro mensili e 1.440 euro l’anno.