Le banche italiane stanno aumentando la loro cautela riguardo ai crediti in sofferenza (Npl).
Riporta la notizia un articolo apparso proprio oggi su MF-Milano Finanza. Entro la fine di marzo, gli istituti vigilati dalla Bce invieranno al regolatore i loro piani per ridurre lo stock di Npl nel corso dell’anno. Si tratta infatti dei documenti riassuntivi delle iniziative che saranno messe in atto nell’arco dell’esercizio al fine di abbattere lo stock di sofferenze e incagli.
I documenti in fase di ultimazione indicano che i banchieri prevedono un aumento del tasso di deterioramento per le aziende e le famiglie nel 2023. Più nello specifico, del rapporto tra il numero delle posizioni che finiranno in default nel corso dell’anno e lo stock di posizioni in bonis. Tuttavia, allineandosi con quelle fatte negli ultimi mesi da diversi uffici studi, le previsioni riportano dal 2024 un ritorno ai valori del periodo pre-pandemico.
L’incertezza sull’evoluzione del quadro macroeconomico in relazione agli Npl (guerra in Ucraina, inflazione, tassi Bce) rende l’appuntamento particolarmente delicato per le banche italiane, che dovranno affrontare la fine degli strumenti di sostegno predisposti durante la pandemia Covid.
Nonostante ciò, le cessioni di Npl non dovrebbero subire un’accelerazione significativa, poiché i livelli di crediti deteriorati nei bilanci sono ai minimi storici. Tuttavia, si potrebbe verificare un’attività di derisking sui crediti unlikely to pay (utp), ovvero sulle inadempienze probabili.