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Il contratto a canone concordato, noto anche come “agreed rent”, è un’opzione di locazione che offre una serie di vantaggi fiscali sia per il proprietario dell’immobile che per l’inquilino. In questa guida, esploreremo come funziona il contratto a canone agevolato, i requisiti necessari, le agevolazioni fiscali previste e le ultime novità in materia.
Cos’è il contratto a canone concordato
Un contratto di locazione a canone concordato è un accordo in cui il prezzo dell’affitto è stabilito in base a un accordo locale tra le organizzazioni dei proprietari di immobili e le organizzazioni dei inquilini più rappresentative. Questo tipo di contratto è regolato dalla legge n. 431/1998 e dal decreto ministeriale del 16 gennaio 2017.
In pratica, il canone concordato non consente al locatore di stabilire liberamente il prezzo dell’affitto. Il costo della locazione viene invece definito in base a un insieme di criteri predefiniti, che includono la superficie dell’immobile, la sua ubicazione e altri elementi accessori come la presenza di un balcone o di un ascensore.
Requisiti del contratto a canone concordato
Per poter stipulare un contratto a canone concordato, è necessario rispettare una serie di requisiti. In primo luogo, il contratto deve avere una durata di almeno tre anni, con la possibilità di rinnovo per ulteriori due anni. Questo è noto come la “formula 3+2”.
Inoltre, il prezzo dell’affitto deve essere confermato da una delle associazioni rappresentative di categoria. Nel caso in cui il contratto di affitto non sia assistito da queste associazioni, sarà necessario richiedere un’apposita attestazione per poter beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge.
Come funziona il contratto a canone concordato
Il funzionamento del contratto a canone concordato è piuttosto semplice. Una volta che i requisiti sono stati soddisfatti, sia l’inquilino che il proprietario dell’immobile possono beneficiare di una serie di agevolazioni fiscali.
Tra queste, la più importante è la cosiddetta “cedolare secca“, un regime di tassazione sostitutivo dell’IRPEF che si applica al reddito derivante dalla locazione dell’immobile. Nel caso dei contratti a canone concordato, la cedolare secca viene applicata con un’aliquota ridotta del 10%, rispetto al 21% previsto per le altre tipologie di locazione.
Altre agevolazioni includono:
- la riduzione dell’IMU,
- l’imposta municipale sugli immobili,
- e la possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali per gli inquilini.
Le novità del decreto Semplificazioni
L’attestazione necessaria per i contratti non assistiti ha subito una modifica significativa con l’introduzione del decreto Semplificazioni n. 73/2022. Secondo questa novità, l’attestazione per il contratto a canone concordato viene estesa a tutti i contratti stipulati successivamente al suo rilascio, purché mantengano lo stesso contenuto di quello per cui è stata rilasciata.
Questo significa che l’attestazione può essere utilizzata per più contratti, a condizione che le caratteristiche dell’immobile e l’accordo territoriale rimangano invariati.
Agevolazioni fiscali per il proprietario
Per il proprietario dell’immobile, le agevolazioni fiscali legate al contratto a canone concordato sono molteplici. La più importante è senza dubbio la possibilità di applicare la cedolare secca con un’aliquota ridotta del 10%.
Per poter beneficiare di questa agevolazione, è necessario rispettare alcuni requisiti. In particolare, sia il locatore che il conduttore devono essere persone fisiche e l’immobile deve essere utilizzato per scopi non legati all’esercizio di attività d’impresa, arti o professioni.
Inoltre, l’applicazione della cedolare secca deve essere comunicata in sede di registrazione del contratto e il locatore deve inviare una raccomandata all’inquilino per comunicare l’applicazione del regime agevolato.
Agevolazioni fiscali per l’inquilino
Anche l’inquilino ha diritto a una serie di vantaggi fiscali nel caso di contratto a canone concordato. Queste includono la possibilità di beneficiare di una detrazione fiscale per un importo massimo di 495,80 euro se il reddito complessivo non supera 15.493,71 euro, o di 247,90 euro se il reddito complessivo è superiore a questa cifra ma non raggiunge 30.987,41 euro.
Importante sottolineare che le regole sulla detrazione dell’affitto sono diverse a seconda della tipologia di contratto e del reddito dichiarato ai fini Irpef.
Consulenza fiscale
Data la complessità della normativa e il rischio di perdere importanti agevolazioni fiscali, è consigliabile rivolgersi a un consulente fiscale esperto per la stipulazione di un contratto a canone concordato. Un consulente fiscale può aiutare a capire i requisiti, le procedure e le scadenze da rispettare, garantendo il massimo beneficio fiscale possibile.
Se sei interessato, puoi inviare il tuo commento qui sotto e ti aiuteremo nelle tue domande.
Conclusione
In conclusione, il contratto a canone concordato offre una serie di vantaggi sia per il proprietario dell’immobile che per l’inquilino. Grazie alle agevolazioni fiscali previste, è possibile risparmiare sulle imposte e beneficiare di un affitto più basso. Tuttavia, è importante essere a conoscenza delle regole e dei requisiti per poter beneficiare di queste agevolazioni. Se hai bisogno di ulteriori informazioni o consulenza, non esitare a contattare un consulente fiscale di fiducia.