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Lo scorso giugno, dopo un periodo di stallo dovuto agli interventi governativi a sostegno del credito durante la pandemia, l’andamento dei NPE (Non Performing Exposure) ha registrato un incremento dei tassi di default per i crediti concessi a famiglie e imprese.
Un trend simile a quello registrato a giugno 2019.
È quanto emerge dalla quarta edizione dell’Osservatorio NPE di CRIBIS Credit Management – società del Gruppo CRIF specializzata nella gestione dei processi di Collection e di NPL management – il cui obiettivo è quello di fornire una visione complessiva e aggiornata sul mercato degli NPE.
L’andamento del rischio di credito
L’ascesa del rischio di credito rilevato a giugno 2022 – dovuto anche alla fine dei piani di preammortamento della finanza agevolata – costituisce per i tassi di default bancari un incremento su famiglie e imprese.
È quanto sottolinea infatti Alberto Sondri, Executive Director CRIBIS Credit Management:
“Il sistema economico ha reagito all’emergenza pandemica facendo leva sugli aspetti che caratterizzano il panorama italiano: ricchezza privata e capacità di risparmio, tessuto imprenditoriale già frutto di selezione delle precedenti crisi, basso indebitamento, iniziative d’aiuto pubbliche. Il secondo trimestre 2022 mostra però i primi segnali di tensione finanziaria per le imprese. Dopo aver toccato i minimi storici tornano infatti ad aumentare i tassi di default creditizi. La fine dei preammortamenti dei crediti MCC ha determinato e determina progressivamente un aumento degli impegni medi finanziari mensili” .
Approfondimento Stage 2 & UTP
Il 2022 è stato caratterizzato da un aumento dei volumi dei crediti classificati Stage 2 (crediti performing che manifestano un incremento significativo del rischio di credito) e in UTP (Unlikely to Pay o inadempienze probabili).
I settori che hanno registrato una quota maggiore di crediti Stage 2 – e che quindi manifestano un importante incremento del rischio – sono costruzioni e infrastrutture, e il settore dei servizi.
Quelli che, al contrario, presentano una quota ridotta di esposizione sono, i settori di estrazione oil & gas, chimica e farmaceutica. L’analisi della quota di esposizioni in stage 2 per natura giuridica rivela, inoltre, che il 68% è collegabile a società di capitali.
Quota di esposizioni in Stage 2 per settore economico
Con riferimento alle inadempienze probabili (UTP), l’analisi dell’Osservatorio non fa che confermare quanto già rilevato alla fine del 2021: i servizi finanziari, il settore immobiliare, le costruzioni e l’intrattenimento sono quelli in cui è stata registrata una maggiore presenza, confermando gli effetti negativi che la crisi pandemica ha avuto su questi comparti. Quelli che invece risultano essere meno presenti sono l’industria farmaceutica, elettronica e chimica.
Stock e Mercato NPE: cessioni
Per quanto riguarda le dinamiche dello Stock NPE, l’Osservatorio conferma l’analisi sull’andamento delle cessioni dei crediti, in partnership con Credit Village: nei primi sei mesi del 2022 sono state effettuate operazioni per circa 19 miliardi di euro, di cui l’84% è collegato a portafogli NPL e il restante 16% a UTP.
“Il primo semestre 2022 del mercato delle cessioni di NPE è stato in linea con le previsioni anche se sui volumi totali ha inciso la maxi-cartolarizzazione con GACS di Intesa per 8,4 Miliardi di euro di GBV. Forti però sono le incognite che pesano sul mercato legate alle dinamiche inflazionistiche e alla crisi energetica. L’aumento dei tassi influenzerà significativamente il costo del funding e, quindi, potrebbero verificarsi serie difficoltà nel matching delle aspettative di seller e buyer sul prezzo di cessione, portando così a un allontanamento dal mercato di tutta una serie di investitori. Le ripercussioni invece del caro bollette, in assenza di adeguati interventi, rischia di alimentare una nuova ondata di flussi di crediti verso lo Stage 3 oltre a ripercussioni negative sui business plan delle operazioni di cessione già completate” le parole di Roberto Sergio, AD di Credit Village e Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale NPE Market.
Procedure Giudiziali
L’Osservatorio Non Performing Exposure ha inoltre presentato un’indagine dettagliata sulle esecuzioni mobiliari, immobiliari e sulle procedure concorsuali.
Con riferimento alle procedure esecutive e concorsuali, nel 2022 sono stati iscritti più di 200 nuovi procedimenti, facendo registrare una contrazione del 16% rispetto al 2021. Le cause? Un minore ricorso a procedure esecutive immobiliari (circa 22.000 nuove procedure da gennaio ad agosto diminuite dell’8% rispetto al 2021) e concorsuali (circa 18.000 procedure in calo del 23%).
In crescita invece le procedure esecutive mobiliari (+12%) che hanno raggiunto le 180.000 procedure nei primi 8 mesi dell’anno.
Esecuzioni Immobiliari
Il trend delle esecuzioni immobiliari è tornato ai livelli del periodo pre-pandemico, registrando più di 100.000 aste giudiziarie effettuate, con un aumento del +13% rispetto allo stesso periodo del 2021.
La crescita ha riguardato anche i valori immobiliari, che hanno raggiunto un +22% circa, ed una media di valori base d’asta pari a circa 124.000 euro.
Liquidazioni Giudiziali
L’andamento delle liquidazioni giudiziali risulta invece in calo (-19%), con circa 5.405 procedure iscritte nei primi 9 mesi del 2022. Il calo percentuale è distribuito in maniera piuttosto uniforme in tutto il territorio nazionale: 26% nel centro Italia, 24% al sud, 23% nel nord-ovest, il 15% nel nord-est e il restante 12% nelle isole.
A causa del deterioramento del quadro economico generale, non si esclude che nel prossimo futuro il trend possa subire un’inversione, salvo mediante l’attivazione di gestioni proattive delle situazioni più in difficoltà che sfruttano gli strumenti messi a disposizione dal Nuovo Codice Crisi d’Impresa, entrato in vigore a luglio 2022.