Indice
- 1 Cos’è il Bonus casa green?
- 2 Cosa si intende per case green?
- 3 Cosa fare per avere casa green?
- 4 Quanto costa una casa green?
- 5 Cosa succede agli immobili che non si adeguano alla direttiva case green?
- 6 Come funziona il Bonus Casa Green?
- 7 Chi può beneficiare del Bonus casa green?
- 8 Come si ottiene il Bonus Casa Green?
- 9 È possibile trasformare la propria casa in una casa a impatto zero?
Cos’è il Bonus casa green?
La nuova Legge di Bilancio 2023 ha introdotto una nuova agevolazione (bonus casa green) per coloro che acquistano abitazioni con un maggiore risparmio energetico. La misura prevede una detrazione fiscale IRPEF del 50% dell’IVA pagata per l’acquisto di immobili residenziali di classe energetica A o B entro il 31/12/2023.
Per poter beneficiare del bonus gli immobili devono essere ceduti da organismi di investimento collettivo del risparmio immobiliari (OICR) o dalle imprese costruttrici.
La questione ambientale sta a cuore un po’ a tutti, i timori e le preoccupazioni sulla direttiva casa green dell’UE, non mancano. La nuova legge europea prevede infatti che entro il 2030 gli edifici raggiungano la classe energetica E, ed entro il 2033, la classe D. Quelli costruiti dal 2028 dovranno invece essere sin dal principio ad emissioni zero.
Una sfida importante, quindi, per il settore immobiliare italiano che si trova a fare i conti con un patrimonio abitativo che è per il 62% in classe F o G.
Sui 34 milioni di immobili residenziali che risultano all’Agenzia delle Entrate – Catasto, 21 milioni si trovano infatti nelle classi F e G e sarebbero dunque – secondo la nuova normativa europea – da efficientare.
Cosa si intende per case green?
In linea generale, quando si parla di una casa green ci si riferisce ad una casa ecologica che, oltre a minimizzare gli sprechi, produca tutta l’energia che serve per vivere all’interno degli spazi abitativi in maniera confortevole.
Sebbene oggi sia un argomento particolarmente sentito nel settore immobiliare, non dovrebbe trattarsi di una moda momentanea, bensì di un trend da abbracciare a 360°. Specie perché avere una casa sostenibile, oltre ad impattare in maniera positiva sul pianeta, apporta a chi la abita solo dei vantaggi.
Alcuni esempi?
- Aumento del valore del proprio immobile fino al 30% circa;
- risparmio energetico fino al 60% dei consumi e, di conseguenza, bollette sempre più leggere;
- incentivi e detrazioni fiscali da parte dello Stato
- maggiore comfort tra le quattro mura domestiche;
- temperature gradevoli h24, tutti i giorni dell’anno.
Come è ormai noto, il settore edile è considerato tra i più dannosi per il nostro pianeta. Secondo il rapporto 2021 della Global Alliance for Buildings and Construction, il comparto è responsabile del 37% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente. Non c’è da stupirsi, quindi, se oltre ad un’architettura sempre più sostenibile, anche la nuova normativa europea si stia spostando in quella direzione. L’obiettivo è quello di avere edifici più sostenibili per l’ambiente, con consumi ridotti di energia, al fine di avvicinarci sempre di più all’impatto zero, previsto per il 2050.
Cosa fare per avere casa green?
Per adeguarsi alla normativa europea case green 2023, è necessario un taglio dei consumi energetici del 25%, con l’obiettivo di raggiungere le zero emissioni entro il 2050.
Per fare ciò sono necessarie 4 tipologie di interventi:
- coibentazione della casa;
- sostituzione caldaia (secondo la direttiva, l’installazione di caldaie funzionanti a combustibili fossili deve essere effettivamente vietata negli Stati membri dell’Unione Europea entro il 1° gennaio 2024);
- sostituzione degli infissi;
- installazione del fotovoltaico.
Questi interventi contribuiscono non solo a rendere le case energeticamente efficienti e rispettose dell’ambiente, ma anche a far risparmiare (e non di poco) sulle bollette.
Quanto costa una casa green?
L’acquisto di una casa ecologica richiede in genere una spesa maggiore dell’8% rispetto alle case tradizionali.
Tuttavia, la prima cosa da considerare è che, attualmente, l’approvazione della direttiva non implica la necessità di spendere soldi per per adeguare l’abitazione alle normative. Ogni Paese membro potrà infatti elaborare un piano nazionale di ristrutturazione adattato alle proprie esigenze. Inoltre, sono previste eccezioni per gli edifici di pregio artistico, storico, di culto, le seconde case e quelle con una superficie inferiore ai 50 mq. Gli Stati membri potranno anche richiedere deroghe alla Commissione europea per considerare le particolarità del proprio patrimonio immobiliare e altri fattori come i costi e la manodopera qualificata. Vi è inoltre la possibilità di adattare i nuovi obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni.
Al fine di sfruttare però gli innumerevoli vantaggi di una casa green è necessario effettuare interventi di ristrutturazione che richiedono un investimento iniziale non indifferente. Come abbiamo evidenziato nell’articolo “Legge Case Green, quanto peserà la normativa UE nelle tasche degli italiani?”, coibentare un appartamento può costare circa 36.000 euro. Se aggiungiamo le zone sismiche 1 e 2 per il risanamento sismico – rinforzo locale, prevenzione della caduta esterna e ripristino delle parti danneggiate – il costo attuale di ogni singola unità può essere stimato in circa 50mila euro.
Cosa succede agli immobili che non si adeguano alla direttiva case green?
Attualmente la direttiva non prevede sanzioni in caso di mancata ristrutturazione degli immobili e sarà facoltà dei governi decidere se introdurle o meno.
Ciò che però è certo è che si tratta di una lama a doppio taglio.
Da un lato perché il mercato è sempre più orientato verso immobili eco-sostenibili e dai bassi consumi energetici. Questo significa che le case a bassa efficienza energetica vedranno sicuramente una diminuzione automatica del proprio valore commerciale.
Dall’altro perché, a partire dal 2030, sarà vietato vendere o affittare abitazioni che non abbiano una specifica classe energetica. Questo divieto sarà applicato alle case che rientrano nelle classi energetiche G a partire dal 1° gennaio 2030 e nelle classi energetiche E dal 2033.
Tutti gli edifici e gli immobili costruiti, venduti, ristrutturati o affittati, anche in caso di rinnovo del contratto di locazione, dovranno infatti avere una attestazione energetica obbligatoria, allungando la lista di case non vendibili dal 2030.
Come funziona il Bonus Casa Green?
Questa detrazione verrà suddivisa in 10 rate costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei 9 periodi d’imposta successivi.
Ma quali sono i requisiti richiesti per poter beneficiare agli incentivi per le case green?
In realtà i requisiti richiesti sono molto pochi. L’unità abitativa acquistata deve essere ad uso residenziale e appartenere alla classe energetica A o B, senza ulteriori requisiti da soddisfare. Nessun problema per quanto riguarda invece la categoria catastale dell’immobile. L’agevolazione può essere infatti richiesta non solo per le prime case ma anche per le seconde case e per gli immobili dati poi in locazione. Anche le case che fanno parte della categoria “lusso” possono rientrare nel bonus.
Come funziona se l’immobile viene acquistato in comproprietà da più soggetti? Se la casa viene acquistata in comproprietà, la detrazione dell’Iva dovrà essere divisa tra i vari acquirenti, in base alle quote di proprietà.
Come anticipato, il contributo può essere esteso anche alle seconde case. Questo perché, nella legge di bilancio, non è specificato che il bonus casa green 2023 può essere applicato solo alle prime case.
Chi può beneficiare del Bonus casa green?
L’articolo 1 comma 76 della legge di bilancio prevede che: “Ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, si detrae dall’imposta lorde, fino alla concorrenza del suo ammontare, il 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto in relazione all’acquisto, effettuato entro il 31 dicembre 2023 di unità immobiliare a destinazione residenziale di classe energetica A o B ai sensi della normativa vigente cedute da organismi di investimento collettivo del risparmio oicr immobiliari o delle imprese che le hanno costituite”.
Sono quindi ricompresi tra i soggetti beneficiari tutti i soggetti sottoposti a tassazione IRPEF. Sono invece escluse le società di capitali e gli enti non commerciali, assoggettati ad IRES.
Come si ottiene il Bonus Casa Green?
Al pari di altre detrazioni IRPEF previste dai Bonus Casa, anche il Bonus Casa Green può essere recuperato tramite la dichiarazione dei redditi. Il recupero avviene in dieci quote annuali di pari importo, a cominciare dal periodo d’imposta in cui la spesa è stata sostenuta. Ciò significa che il Bonus si richiede presentando il modello 730 o del modello Redditi PF (ex Unico).
È possibile trasformare la propria casa in una casa a impatto zero?
Oltre all’acquisto di un immobile green, è possibile migliorare l’efficienza energetica del proprio immobile. Non solo per allinearsi alla direttiva europea ma, in particolare, per un risparmio a livello energetico.
Ci sono diversi interventi che possono essere messi in pratica al fine di migliorare il profilo energetico della casa.
Guardiamoli nel dettaglio, analizzando anche i bonus attualmente a disposizione.
- Cappotto termico: si tratta di uno degli interventi principali per incrementare l’efficienza energetica degli immobili di due classi energetiche. Il cappotto termico consente infatti di ottenere un maggiore isolamento termoacustico e comfort bioclimatico, riducendo sensibilmente le bollette mensili.
Quali sono le detrazioni a disposizione? Fino al 31 dicembre 2024, il rifacimento del cappotto termico viene coperto fino al 65% dall’Ecobonus. Nel caso il richiedente avesse un ISEE inferiore a 15 mila euro, per la sua abitazione principale può accedere al Superbonus con un’aliquota del 90%.
- Sostituzione degli infissi: per evitare dispersioni termiche e godere di un microclima costante è necessario dotarsi di nuovi infissi, come ad esempio i modelli a taglio termico. Per questa tipologia di intervento, fino al 31 Dicembre 2024, il bonus ristrutturazione prevede una detrazione al 50%.
- Installazione di impianti di riscaldamento a pompa di calore: è il sistema a più basso impatto ambientale e innovativo sia per la climatizzazione, sia per ottenere acqua calda. Anche quest’anno è stato confermato l‘Ecobonus con detrazione al 65% per l’installazione di pannelli solari per l’acqua calda e per tutte le caldaie a pompa di calore in sostituzione di vecchi impianti. Questa detrazione è prevista anche per la sostituzione di caldaie a gas con altre a condensazione, purché si installino anche le valvole intelligenti sui termosifoni.
Vi sono inoltre altri interventi ed accorgimenti che possono migliorare l’efficienza energetica dell’immobile.
- Installazione di impianti fotovoltaici: dotarsi di un impianto fotovoltaico (anche da balcone/giardino) permette di produrre energia pulita, ottimizzare i consumi e risparmiare sulle bollette. In caso di impianti sotto gli 800W i costi sono contenuti e non sono necessarie autorizzazioni. Inoltre, anche nel 2023 vi è la possibilità di usufruire della detrazione del 50% per l’acquisto di pannelli da balcone.
- Elettrodomestici di classe A+: grazie al bonus mobili e grandi elettrodomestici è possibile usufruire di una detrazione Irpef del 50%, da ripartire in dieci quote annuali fino a un massimo di 8 mila per il 2023 e di 5 mila per il 2024.
- Infine, anche solo sostituendo le vecchie lampadine con dispositivi a LED che consumano meno energia, la casa può diventare più sostenibile.
Cosa ne pensi di questa nuova direttiva europea?
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Con la situazione economica in cui versa l’Italia in questo momento e gli Italiani sempre più poveri sarà impossibile attuare questa normativa. Ma se si fa fatica ad arrivare a fine mese ed a pagare le bollette come si può affrontare una spesa di di € 36.000,00 o € 50.000,00?
E’ una vera follia! E’ sparita un’intera classe sociale dopo la Crisi ed il Covid ed era quella borghesia composta da piccoli imprenditori e professionisti che investivano e soprattutto spendevano, oggi gli impiegati statali sono gli unici ad avere un pò di potere d’acquisto, tutti gli altri vivono nell’incertezza, hanno le case ipotecate, spesso risultano come cattivi pagatori. Questa Classe sociale è proprio quella dei proprietari
Buona sera, secondo me non ci sarà nessun divieto di acquistare o affittare le case per due questioni principali. Intanto l’ Imu, secondo voi se ho una casa che affitto ed è non classe G e non posso più venderla e non posso nemmeno fare i lavori perché non ho i soldi per farli e la casa mi serve per arrotondare un magro stipendio o una pensione, secondo voi pagherò al comune l’ Imu. E poi se la stessa casa fosse oggetto di mutuo come la mettiamo? Che fanno le banche mi chiedono di rientrare perché la garanzia non è più tale? Andiamo su.