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“Casa mia, casa mia, pur piccina che tu sia mi sembri una badia” recita un famoso proverbio italiano. Ed è proprio vero; per quanto a volte sia piccola e con qualche difetto, per noi italiani la casa è qualcosa a cui non potremmo mai rinunciare.
Tutto questo nonostante la corsa dell’inflazione che, per il solo 2022, aumenterà di un terzo (oltre la media delle altre uscite per il bilancio familiare) i costi per la casa.
A causa dei costi di energia e materie prime infatti, le spese mensili per abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili sono infatti cresciute del 34,4%; del 50,3% se si considera solo l’aggregato beni energetici.
A questo proposito il 76,5% delle famiglie afferma che le spese per l’abitazione incidono pesantemente sul loro budget familiare o personale, mentre il 71,7% degli italiani pensa che le tasse sulla proprietà della casa siano troppo alte.
A riportarlo è il 1° rapporto Federproprietà Censis Gli italiani e la casa, indagine realizzata in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti e il contributo scientifico della Società italiana di Medicina ambientale.
L’analisi mette in luce che:
- il 70,8% delle famiglie è proprietaria della casa in cui vive;
- l’8,7% vive in una casa in usufrutto o a titolo gratuito;
- il 20,5% ha scelto di affittare.
Con questi numeri l’Italia conquista il podio dei Paesi con il più alto numero di proprietari di abitazioni.
Una prerogativa che non riguarda solamente le classi più abbienti: nel quinto delle famiglie più povere, infatti, il 55,1% è proprietario della casa in cui vive e la percentuale aumenta fino all’83,9% tra le persone più ricche.
La percentuale di famiglie proprietarie è più alta tra le coppie con figli (73,9%) e tra i residenti nelle piccole città (76,1% nei Comuni con meno di 2.000 abitanti e 74,3% in quelli con una popolazione compresa tra 2.000 e 10.000 abitanti).
Sta inoltre crescendo l’attenzione alla salute e allo spazio abitativo. Sebbene l’87% degli italiani ritenga che gli spazi in cui vivono siano confortevoli e adeguati, a seguito della pandemia quasi il 30% ha apportato cambiamenti alla propria casa. Di questi la fetta maggiore è quella che va dai 18 ai 34 anni, seguita dalle coppie con figli.
In termini di percentuali, l’88,9% ritiene che la propria abitazione sia salubre e l’86,0% che ha un effetto positivo sulla propria salute fisica e mentale.
L’84,4% è comunque pronto a renderla più sostenibile attraverso il controllo dei consumi energetici mentre per il 71,4% la propria abitazione è già dotata di infissi che evitano la dispersione del calore.
Le tasse sono sempre una nota dolente e in questo caso sono proprio il deterrente che rende ancor più complicato per i giovani acquistare la propria casa. Per questo motivo, nel corso della presentazione del Rapporto è stato chiesto di far ripartire un grande piano casa soprattutto a vantaggio dei più giovani e di rimodulare, senza abolirlo, il bonus del 110%.
Un dato non certo rincurante evidenziato dal rapporto, riguarda il fatto che, ancora oggi, il 5,9% degli italiani viva in condizioni di deprivazione abitativa. Gli studenti fuori sede dispongono di un numero di posti letto pari solo all’8% del totale della domanda.
La casa come bene rifugio multifunzionale
Secondo l’indagine, il 91,9% degli italiani considera la propria casa un rifugio sicuro, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia.
L’89,7% si sente tranquillizzato dal fatto di essere proprietari della casa in cui vive e per l’83,1%, la casa riflette anche la propria identità e personalità.
Inoltre, il 54,5% vorrebbe aiutare figli o nipoti a comprare la loro prima casa, poiché avere una proprietà immobiliare è considerata una pietra angolare per la sicurezza economica ed esistenziale.
La pandemia ha inoltre contribuito a rendere le case multifunzionali e molte attività continuano oggi ad essere svolte in casa:
- il 47,1% degli italiani lavora infatti ancora da remoto (il dato sale al 54,5% tra i giovani di 18-34 anni che lavorano);
- il 96,3% degli studenti afferma di essere attrezzato per seguire le lezioni in modalità didattica a distanza (DAD).
Ma il 63% degli italiani non si limita solo a restare in casa per svolgere le attività essenziali e poi uscire: addirittura il 78% trascorre gran parte del tempo libero in casa. In casa, gli italiani fanno sport (il 43,7%, il 60% dei giovani), cucinano (l’89,3%, il 94,8% dei giovani) e coltivano parte delle loro relazioni sociali (l’84,5%, il 90,9% dei giovani). Il 17,7% degli italiani (il 23,6% tra gli anziani) si cura in casa o riceve assistenza a domicilio.
Il valore economico della casa: un aspetto da rilanciare
Il 51,7% dei proprietari di casa ritiene che il valore immobiliare della propria abitazione non sia aumentato negli ultimi dieci anni. In effetti, tra il 2010 e il 2019, i prezzi degli immobili residenziali in Italia sono diminuiti del 16,6% (al contrario del + 19,4% della media europea), per poi registrare un rialzo del 4,6% tra il 2019 e il 2021 e un +5,2% nel secondo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, i costi legati alla casa (bollette, condominio, ecc.) sono fortemente aumentati: per il 76,5% degli italiani tali costi pesano “molto” sul budget familiare e per il 71,7% le tasse che ruotano intorno alla proprietà immobiliare sono troppo alte.