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Il settore dell’edilizia in Italia sta attraversando una fase di contrasto tra due importanti tendenze per l’economia del paese: il Superbonus e il PNRR. Questi fattori hanno contribuito a un aumento significativo dell’attività ma, dopo due anni più che positivi, il rischio di una brusca frenata è sempre presente. Da un lato, il Superbonus ha stimolato il settore delle costruzioni private con circa 24.500 progetti completati entro luglio 2021, mentre il PNRR si concentrerà su progetti di costruzione pubblica, che rappresentano il 48% dell’investimento totale. D’altra parte, il rischio di perdere 15 miliardi di euro di fondi europei destinati al Superbonus a causa della mancata adesione alle condizioni imposte dall’UE, come l’installazione di caldaie a gas al posto di quelle a diesel, potrebbe avere un impatto negativo sulla crescita del settore delle costruzioni.
Rapporto CRESME su Superbonus, PNRR e le conseguenze sull’edilizia
Questi i segnali che emergono dal XXXIV Rapporto Congiunturale e Previsionale CRESME sul Mercato delle Costruzioni, uno strumento utile per i decisori e coloro che vogliono rimanere informati sui cambiamenti di mercato.
Il settore dell’edilizia sta vivendo una fase di rallentamento nei lavori di ristrutturazione, con segnali di correzione nel 2023 e più forti nel 2024. Infatti, sebbene il mercato della riqualificazione abbia avuto una tendenza positiva nel primo trimestre del 2023, ora si evidenziano i primi segni di cedimento. Nel 2023 si prevede una diminuzione degli investimenti del -1,9%, ma nel 2024 ci sarà un calo molto più significativo, pari al -6,7%.
Anche il mercato immobiliare sta mostrando segni di rallentamento a causa dell’inflazione, dei tassi di interesse e della politica monetaria. La mancanza di case in affitto sta diventando un problema sempre più crescente, e c’è asimmetria tra i costi di costruzione e i prezzi delle case usate. L’eccezionale crescita del fatturato del settore delle costruzioni è in parte dovuta a “cassetti fiscali” pieni di debiti che potrebbero causare un aumento di fallimenti e contenziosi legali. Il settore delle costruzioni si trova di fronte a una doppia sfida. La fase eccezionalmente espansiva dei lavori pubblici sta accelerando mentre la capacità di costruire questi lavori sta venendo messa sotto pressione.
Il cambiamento climatico, con un aumento delle piogge e delle siccità, richiede un nuovo approccio alla sostenibilità e alla digitalizzazione che porterà il settore delle costruzioni avanti come parte di un processo di innovazione. Le catene di approvvigionamento collaborative, il trasferimento tecnologico, la trasparenza e la misurazione della sostenibilità, delle capacità economiche e sociali diventeranno presto più comuni.
Gli effetti della riduzione del Superbonus e del blocco cessioni sull’edilizia
I motivi per cui si registra un calo nell’investimento residenziale in Italia sono molteplici e strettamente interconnessi. Uno di questi è la riduzione dell’aliquota del Superbonus, un incentivo fiscale per la ristrutturazione degli edifici, che ha subito una diminuzione. Inoltre, alcune tipologie di edifici non sono più ammissibili alla misura, e ci sono stati blocchi nelle cessioni. Secondo il rapporto, il rinnovo residenziale è diminuito del 12%. Un trend che potrebbe peggiorare fino al 22,6% nel 2024 se non ci saranno novità normative e di bonus. Questi numeri sono rilevanti, dato che gli investimenti attuali superano i 100 miliardi di euro e sono la metà rispetto agli anni precedenti la pandemia.
Anche la questione dei crediti incagliati è rilevante. Secondo il Cresme, il fatto che le casse fiscali siano piene trasforma la straordinaria crescita dei fatturati del 2022 in una crescita solo sulla carta, con gravi problemi di liquidità. Le conseguenze potrebbero essere un aumento dei fallimenti (soprattutto nel 2024) e delle controversie che coinvolgono il rapporto tra le imprese e gli utenti finali, ma che influiscono sull’intera filiera delle costruzioni.
Il mercato immobiliare sta rallentando proprio come il settore delle costruzioni. Anche in questo caso, ci sono molteplici motivi per questo rallentamento, tra cui l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse. Ciò porta a una diminuzione della richiesta di mutui, specialmente nel settore residenziale. Inoltre, il Rapporto evidenzia un’enorme differenza tra i costi di costruzione, che continuano ad aumentare, e i prezzi delle case già abitate sul mercato.
Grazie al PNRR, nuova linfa agli investimenti in opere pubbliche
Come anticipato, sono emerse due tendenze diametralmente opposte. La prima è la conferma dell’eccezionale fase espansiva delle opere pubbliche (+15,1% nel 2023 e +11,7% nel 2024), con ulteriore accelerazione nei prossimi anni (+7,9% nel 2025 e +4% nel 2026).
Tuttavia, CRESME sottolinea che questi valori importanti sono messi a dura prova dalla capacità realizzativa del Paese. Il PNRR rappresenta una sfida doppia per l’Italia. Questo perché richiede di raggiungere gli obiettivi di crescita e modernizzazione del Paese, ma anche di dimostrare la capacità di farlo.