L’innovazione immobiliare non è più una prospettiva futura, ma una realtà in rapida evoluzione. Secondo il report “Innovare Vale”, presentato durante l’Innovation Forum promosso da Scenari Immobiliari e Dils, la trasformazione tecnologica del settore può generare 535 miliardi di euro entro il 2035, fino a superare 800 miliardi entro il 2050.
Un risultato ambizioso, ma possibile, se si considera il ruolo crescente delle tecnologie digitali, dell’intelligenza artificiale, della sostenibilità ambientale e della rigenerazione urbana. Il settore immobiliare, oggi già responsabile del 22% del valore aggiunto nazionale, si candida a diventare uno dei principali motori di sviluppo economico e sociale del Paese.
Innovazione immobiliare: da infrastruttura tecnologica a leva sistemica
“La vera infrastruttura del real estate è oggi l’innovazione,” afferma Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. “Oggi, finanza, edilizia e servizi immobiliari non possono prescindere dall’adozione di tecnologie digitali, sistemi di gestione intelligente e pratiche sostenibili. L’intero comparto sta evolvendo verso un modello più integrato, flessibile e ad alto valore aggiunto.”
L’innovazione immobiliare, quindi, non è solo un aggiornamento tecnologico: è una trasformazione culturale, che investe la progettazione, la costruzione e la gestione degli spazi urbani. La capacità di interpretare i megatrend globali e tradurli in soluzioni operative sarà decisiva per chi vorrà restare competitivo nel medio-lungo periodo.
Capitale umano, ricerca e PMI: i punti di forza del modello italiano
Nel panorama globale, dove si investono annualmente oltre 2.500 miliardi di dollari in R&D, l’Italia dimostra una solidità crescente. Tra i Paesi best performer per capitale umano, infrastruttura e output tecnologici, il nostro Paese può contare su una rete di PMI dinamiche e una solida ricerca pubblica e universitaria, capaci di reagire con agilità alle sfide emergenti.
Dal 2014 al 2024, le performance italiane in materia di innovazione sono migliorate costantemente. Tuttavia, il potenziale resta in parte inespresso a causa di criticità strutturali:
- frammentazione produttiva,
- disallineamento tra formazione e competenze richieste,
- governance multilivello poco omogenea.
Per sbloccare questo potenziale è necessario attuare politiche industriali lungimiranti, che integrino incentivi fiscali, semplificazione normativa e programmazione territoriale strategica.
L’impatto dell’innovazione immobiliare sul valore economico
Secondo le proiezioni di Scenari Immobiliari, la spinta innovativa nel settore potrebbe determinare un impatto tangibile e crescente sul PIL italiano:
Nel 2035:
- Oltre il 5% del valore aggiunto dalle costruzioni,
- Circa il 2,5% dallo sviluppo immobiliare,
- Più del 14% dalle attività di gestione e valorizzazione.
Nel 2050:
- Tra l’8% e il 10% dalle costruzioni,
- Tra il 3% e il 3,5% dallo sviluppo,
- Tra il 17% e il 19% dalla gestione e dai servizi immobiliari.
Queste cifre non solo testimoniano la forza del comparto, ma dimostrano come l’innovazione immobiliare sia destinata a diventare un asset strategico nazionale, con impatti significativi anche in termini di occupazione, attrattività degli investimenti e qualità della vita urbana.
Rigenerazione urbana e sostenibilità: una nuova visione dello sviluppo
“La sfida dei prossimi decenni – spiega Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari – è duplice: da un lato dobbiamo raggiungere obiettivi di sostenibilità sempre più stringenti; dall’altro, occorre ripensare radicalmente le strategie produttive, i modelli di gestione e le priorità del settore immobiliare.”
In questo contesto, la rigenerazione urbana e la valorizzazione del patrimonio esistente assumono un ruolo cruciale. Digitalizzazione, dati predittivi, edifici intelligenti e progettazione eco-compatibile rappresentano gli strumenti con cui costruire città più resilienti, inclusive e interconnesse.
La collaborazione tra pubblico e privato, unita a un’adeguata politica industriale, sarà essenziale per attivare progetti su larga scala e generare un impatto economico, sociale e ambientale duraturo.
Verso un ecosistema immobiliare più connesso e umano
Sebbene la tecnologia sia il catalizzatore di questo cambiamento, i veri protagonisti restano le persone. Come sottolinea Giuseppe Amitrano, CEO di Dils, “La tecnologia è solo un abilitatore. Sono le persone a fare la differenza. La sfida è comprendere come vivremo, lavoreremo e ci muoveremo nei prossimi anni, e costruire spazi che rispondano a queste esigenze in modo concreto.”
L’innovazione immobiliare sarà quindi tanto più efficace quanto più saprà combinare tecnologia e umanità, efficienza e benessere, profitto e impatto sociale. Un equilibrio complesso, ma necessario, per costruire un futuro all’altezza delle sfide globali.
Conclusione: perché investire oggi nell’innovazione immobiliare
Investire oggi nell’innovazione immobiliare significa posizionarsi al centro di una rivoluzione che coinvolge non solo il settore costruzioni, ma l’intera economia urbana. Significa anticipare il cambiamento, guidarlo, e generare valore reale per investitori, imprese e comunità.
Il 2050 può sembrare lontano, ma il futuro si costruisce oggi. E l’innovazione, ancora una volta, è la chiave per aprirlo.