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Il governo dice basta a sconto in fattura e cessione del credito per i bonus edilizi. Ancora modifiche per il Superbonus con il decreto legge varato ieri in Cdm. Il governo Meloni ha infatti deciso di mantenere una linea dura sul fronte cessione dei crediti di imposta.
Dure ed immediate le reazioni. “Non è tanto l’affossamento di una misura ideata dai Cinque Stelle a preoccuparci, ma il colpo letale al settore dell’edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil”, l’attacco del leader del M5S Giuseppe Conte. “Si è deciso di dare un colpo di grazia a famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato”, il rimprovero di Federica Brancaccio, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).
In risposta arrivano le parole del ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio, Antonio Tajani, nella conferenza stampa tenuta al termine del Consiglio dei Ministri. L’intento del governo è “bloccare in futuro questa cessione alle regioni e ai comuni perché c’è stata una lievitazione dei crediti senza controllo” per via di una “mancata pianificazione del governo precedente”. “Per evitare ulteriori danni al debito pubblico e cittadini è stato necessario intervenire. Un’azione a tutela di imprese, cittadini e banche per impedire che una mancanza di controllo in passato provocasse danni all’economia”, ha poi concluso.
Giorgetti: misura per bloccare gli effetti di una politica scellerata
In supporto alle parole di Tajani, quelle del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che definisce il dl sui bonus edilizi, “una misura d’impatto che si rende necessario per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata anche in campagna elettorale e che ha prodotto beneficio per alcuni cittadini ma posto alla fine in carico a ciascun italiano 2mila euro a testa. Questo è il bilancio di questa esperienza”. Ma sottolinea anche che nei prossimi giorni sono previsti incontri con le categorie “per trovare tutte le forme possibili per sgonfiare questo fenomeno frutto di una politica poco avveduta”.
Dl Superbonus: l’allarme dell’Ance
L’Ance esprime grande preoccupazione riguardo alle restrizioni imposte dal dl sul Pnrr che impedisce agli enti pubblici di acquistare crediti inadempienti derivanti dai bonus edilizi. Questa restrizione arriva dopo che alcune regioni avevano preso l’iniziativa di aiutare le imprese in difficoltà fornendo loro liquidità attraverso l’acquisto di tali crediti.
L’Associazione Nazionale Costruttori Edili stima che ci siano oltre 15 miliardi di crediti inadempienti, il cui impatto macroeconomico potrebbe essere molto preoccupante. 25.000 imprese sono a rischio fallimento con la perdita di 130.000 posti di lavoro nel settore delle costruzioni. Questa situazione potrebbe causare problemi in circa 90.000 cantieri.
“Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie”, dichiara la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio.
“Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo”, continua. “È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastanti sul piano economico sociale di una decisione del genere. Senza un segnale immediato da parte del governo su una soluzione concreta e strutturale per sbloccare i crediti rischiamo una reazione dura da parte di cittadini e imprese disperati” aggiunge Brancaccio.
L’Ance ricorda inoltre la sua proposta mossa alcuni mesi fa insieme all’ABI. Consentire agli intermediari di utilizzare una parte dei debiti fiscali raccolti tramite i moduli F24 per compensare i crediti ceduti dalle imprese.
Le critiche dei Cinque Stelle sullo stop al Superbonus
In un post pubblicato su Facebook, il leader del movimento scrive: “Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25mila aziende dell’edilizia, 130 mila posti di lavoro”. “Sarebbe inoltre un’intollerabile presa in giro degli italiani, considerando le promesse elettorali del centrodestra sulla protezione dei bonus edilizi e la partecipazione di autorevoli esponenti del centrodestra alle tante piazze che si sono riunite a tutela dell’edilizia. Ci chiediamo infine – termina l’ex premier – come farebbe a restare un minuto di più al governo un partito, come Forza Italia, che in Parlamento e a livello locale ha promesso e prospettato numerose iniziative a tutela del Superbonus e della cessione dei crediti d’imposta”.
A questo si aggiunge il tweet di Stefano Patuanelli, capogruppo M5S in Commissione bilancio del Senato. “Questo doveva essere il governo del ‘non disturbare chi vuole fare’. Invece è il governo del ‘condanniamo a morte chi vuole fare’. Distrutto il Superbonus e dimezzato Transizione 4.0. Ora le imprese si dovranno consolare coi meme del Governo sui social”.
La Gelmini: rischio per famiglie e imprese
Duro anche l’attacco del vicesegretario e portavoce di Azione, Mariastella Gelmini: “Sulla questione dell’acquisto dei crediti del superbonus la maggioranza sta andando in tilt e il governo si prepara a contraddire anche regioni guidate dalle stesse forze politiche che lo sostengono. A rimanere schiacciate da questa morsa rischiano di essere famiglie e imprese. Si può legittimamente essere critici sulla natura di questa misura agevolativa di cui tanto si è discusso, ma non si può consentire che a pagare le conseguenze di scelte politiche incerte e contraddittorie sia un intero comparto produttivo insieme a migliaia di onesti committenti che sulla possibilità di vendere i crediti hanno fatto legittimo affidamento. In merito al paventato stop totale alla cessione e allo sconto in fattura devono essere garantiti tutti gli interventi già in corso”.
E tu, cosa ne pensi della decisione del governo bloccare lo sconto in fattura e la cessione del credito per i bonus edilizi?
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