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Panorama generale e prospettive future
Nonostante l’attuale panorama economico incerto caratterizzato dalla pandemia da Coronavirus, la NPE ratio delle banche italiane nel 2023/2024 sembra mantenere una certa stabilità. Secondo gli ultimi dati presentati dal rapporto di Banca Ifis, si prevede un quadro relativamente positivo fino al 2024, con un lieve incremento nel 2022 e 2023, per poi tornare a livelli inferiori a quelli registrati nel 2020.
Un’analisi approfondita dei dati
Nel corso degli ultimi anni, la Non-Performing Exposure (NPE) delle banche italiane ha mostrato una tendenza al ribasso significativa. Dal 17% del 2015, la percentuale è scesa al 16,3% nel 2016, continuando a decrescere fino a raggiungere il 5,5% nel 2020.
Osservando i dati relativi ai primi tre trimestri del 2021 e le previsioni per il 2024, si nota una certa stabilità. Per il 2021, la NPE ratio è prevista intorno al 5,075%, inferiore ai livelli del 2020 (5,5%) e del 2019 (7,6%). Per il 2022 e il 2023, si prevede un lieve aumento al 5,3%, ma si prevede una diminuzione al 4,9% entro il 2024.
Questi dati indicano che il sistema bancario italiano sembra abbastanza solido per affrontare l’emergenza NPL generata dalla pandemia.
Strategie per la gestione dell’emergenza NPL
La manutenzione della NPE ratio a livelli stabili nonostante l’aumento dei crediti deteriorati è in gran parte dovuta alle strategie implementate dalle Banche centrali e dal nostro Governo. Questi interventi mirati hanno contribuito a mantenere la situazione sotto controllo.
Un fattore fondamentale in questo contesto è rappresentato dalla cessione e dall’intervento dei servicer. Questi strumenti stanno contribuendo significativamente a mantenere la NPE ratio a livelli costanti nel contesto post-pandemia.
Esposizioni delle banche italiane: un’analisi dettagliata
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo, guidata dal CEO Carlo Messina, ha chiuso i primi tre mesi del 2022 con un utile netto di 1.024 milioni di euro. Tuttavia, i ricavi hanno subito una perdita del -1,4%, passando dai 5.490 milioni del primo trimestre del 2021 ai 5.414 milioni del medesimo periodo del 2022. Il Cet1 ratio si è attestato al 13,6%, mentre il NPE ratio è rimasto stabile al 2,2%.
Unicredit
Unicredit, sotto la guida del CEO Andrea Orcel, ha registrato ricavi per 4.700 milioni di euro e un utile netto di 247 milioni, in calo rispetto al trimestre precedente e all’anno precedente. Escludendo l’impatto delle attività russe, i ricavi salgono a 5 miliardi e l’utile a 1,2 miliardi. Il Cet1 ratio e l’NPE ratio sono leggermente più alti rispetto a quelli di Intesa Sanpaolo, attestandosi rispettivamente al 14% e al 3,5%.
Banco Bpm e Bper
Per Banco Bpm, l’utile netto dei primi tre mesi del 2022 è stato di 178 milioni di euro, in aumento rispetto al trimestre precedente. Il Cet1 ratio è in linea con quello degli altri istituti italiani analizzati, mentre l’NPE ratio si attesta al 4,9%.
Bper Banca, al contrario, ha registrato un calo dell’utile netto, pari a 112,7 milioni di euro, rispetto all’anno precedente. Tuttavia, i ricavi totali hanno mostrato un incremento annuale del +16,6%. Il Cet1 ratio di Bper è stato di 14,14 punti percentuali, mentre l’NPE ratio è stato del 4,9%.
Monte dei Paschi di Siena
Infine, Monte dei Paschi di Siena è tornata in utile dopo aver registrato perdite per oltre 79 milioni negli ultimi tre mesi del 2021. Il Cet1 ratio dell’istituto senese resta più basso rispetto a quello delle altre banche, mentre l’NPE ratio, pari al 4,8%, è in linea con quelli di Bper e Banco Bpm.
In conclusione, nonostante le sfide poste dalla pandemia e dalla crisi economica, le banche italiane sembrano aver adottato strategie efficaci per gestire la situazione e mantenere la NPE ratio a livelli stabili.