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Banche europee: le previsioni per il 2023

Di Enrico Ranzato
19 Gennaio 2023
in Banche
Tempo di Lettura: 4 min
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Indice

  • 1 Nel 2023 i tassi più alti faranno lievitare i margini di interesse delle banche europee
  • 2 Costi in salita ma aumento dei ricavi 
  • 3 La situazione nei vari Paesi

Nel 2023 le banche europee si troveranno in una situazione difficile a causa dell’incertezza economica e dall’aumento dei tassi per la richiesta di un mutuo. 

Tuttavia, secondo gli esperti di Dbrs la stabilità delle banche sarà garantita da:

  • la resilienza mostrata durante la pandemia;
  • la capacità di generare profitti grazie all’aumento dei tassi di interesse; 
  • solidi livelli di capitalizzazione; 
  • liquidità abbondante.

Si prevede inoltre che i margini di interesse elevati compenseranno il maggiore rischio di credito causato dalla debolezza delle economie di molti paesi europei. 

Riguardo al deterioramento della qualità degli attivi, dal 2023 il livello varierà nei diversi paesi, ma inizierà da valori relativamente bassi di crediti deteriorati (Npl).

Nel 2023 i tassi più alti faranno lievitare i margini di interesse delle banche europee

In generale, le banche europee sembrano ben preparate per affrontare un anno difficile. I 55 istituti europei analizzati da Dbrs hanno terminato il 2022 con un trend di crescita stabile, grazie a migliori rendimenti, solide metriche della qualità degli asset e buoni livelli di capitale. Nel 2023 i tassi di interesse elevati inizialmente compenseranno il maggiore rischio di credito, soprattutto se, come previsto, continueranno a crescere prima di stabilizzarsi.

“Questo sosterrà ulteriormente i margini per l’intero anno – commentano da Dbrs – come dimostrato dai trend del settore in alcune giurisdizioni dove l’aumento dei tassi è avvenuto prima e più rapidamente dell’Eurozona nel corso del 2022, come Regno Unito e Norvegia”.

Nel primo semestre del 2022, il margine tra gli istituti analizzati è aumentato in media dell’8,3% rispetto all’anno precedente (8,2% in Italia), contribuendo al 59% del totale del profitto operativo medio. Ma oltre all’aumento dei tassi di interesse, hanno giocato un ruolo fondamentale nell’incremento dei margini bancari:

  • il graduale recupero delle economie dopo i periodi di lockdown;
  • solidi volumi di prestito; 
  • un ritrovato vigore nel turismo, in particolare in Portogallo, Spagna, Grecia e Italia.

C’è anche un lato negativo della situazione. I tassi elevati aumentano i costi di finanziamento per le banche, anche se in misura ridotta. Di conseguenza, Dbrs si aspetta che i margini di interesse netti crescano per la maggior parte delle banche analizzate. E se la stretta monetaria dovesse continuare anche nel nuovo anno, gli esperti non escludono che i benefici possano continuare anche nel 2024.

Costi in salita ma aumento dei ricavi 

Il ruolo delle commissioni nette diventa meno importante. Le difficoltà economiche previste nei prossimi 12 mesi fanno pensare che le attività di prestito rallenteranno, riducendo l’influenza delle commissioni sui beni delle banche. Tuttavia, questa diminuzione verrà in parte compensata dall’aumento del valore dei prestiti. Anche se gli esperti prevedono un aumento dei costi operativi a causa dell’inflazione persistente e possibili aumenti salariali, i guadagni più elevati si manifesteranno prima.

Ci vorrà del tempo prima che la situazione economica incerta abbia un impatto sui risultati economici delle banche. I livelli di accantonamento per le perdite sui crediti probabilmente aumenteranno, continuando ad essere un fattore di reddito anche nel 2023. Tuttavia non manterranno la stessa velocità del 2020. Quindi, sostenute da un aumento generale dei ricavi, “le banche europee dovrebbero migliorare la loro redditività nel corso dell’anno”.

La situazione nei vari Paesi

Sebbene tutti partano da una base di crediti in sofferenza relativamente bassa, in alcuni Paesi la qualità degli asset peggiora più che in altri. L’aumento rapido dei tassi di interesse e l’inflazione persistente hanno fatto aumentare i costi per i cittadini, causando difficoltà per i mutuatari a far fronte ai propri debiti e portando ad un aumento della morosità.

I documenti ufficiali degli istituti finanziari non hanno ancora mostrato segni di pericolo per i prestiti, tranne in alcune aree dove le politiche monetarie sono state più severe e rapide, come nel Regno Unito. Nel gruppo di prestiti analizzati, non si è infatti ancora verificato un deterioramento dei prestiti di livello 3, tranne che nel Regno Unito. 

Per quanto riguarda i prestiti di livello 2, in media sono aumentati del 6% nel primo semestre del 2022 rispetto all’anno precedente e al 2019. La Germania ha registrato l’aumento più alto (+37%), seguita dal Regno Unito (+30%), Belgio (+24%), Portogallo (+22%), Francia (+18%), Paesi Bassi (+14%). Segue l’Italia (+12%), dove l’aumento è stato principalmente causato dalla riclassificazione delle esposizioni dirette a Russia e Ucraina dei prestiti di livello 2. Questo potrebbe essere un segnale di allarme per Dbrs, poiché l’aumento di questi prestiti potrebbe indicare un deterioramento dei prestiti di livello 3 nel 2023.

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Enrico Ranzato

Chief Operating Officer & Sales Director, è Co-Fondatore di Immobillion. Dal 2003 ricopre il ruolo di agente, responsabile e titolare per un gruppo di intermediazione immobiliare con sede in Veneto. Dopo quasi dieci anni di esperienza, si specializza nella gestione e vendita di complessi immobiliari derivanti da fallimenti, operando in tutto il nord-Italia. Occupa ruoli di crescente responsabilità nel settore delle vendite, specializzandosi nelle operazioni di tipo Saldo a Stralcio e nell’acquisizione di portafogli di crediti deteriorati.

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