Alla tredicesima edizione del NPL Meeting, svoltasi a Cernobbio, l’industria del credito deteriorato ha posto l’accento su nuove sfide e opportunità, evidenziando l’importanza di un approccio sempre più orientato alla sostenibilità sociale. Questo tema è stato al centro delle discussioni, insieme a richieste di modifiche normative per migliorare la gestione del credito problematico in Europa.
NPL, un Contesto in Evoluzione: Dati Positivi per l’Italia
Frederik Geertman, amministratore delegato di Banca Ifis, ha presentato i risultati dell’analisi condotta dall’Ufficio Studi della banca, che mostra un trend positivo per il mercato italiano rispetto a quello europeo. A livello continentale, lo stock complessivo di crediti deteriorati (NPE) è aumentato di 16 miliardi di euro, mentre in Italia si registra una riduzione di 5 miliardi, segnando una controtendenza significativa.
“L’Italia ha registrato un miglioramento grazie a due fattori principali: un tasso di disoccupazione più basso di quanto previsto e una riduzione del costo del denaro che ha agevolato le imprese”, ha spiegato Geertman. Tuttavia, nonostante i progressi, si prevede un leggero aumento della produzione di nuovo credito problematico nei prossimi anni, con un’incidenza che salirà dall’1,01% all’1,29% entro il 2026. Questo scenario, seppur meno grave rispetto alle stime precedenti, richiede comunque attenzione da parte del settore bancario.
Richiesta di Modifiche Normative per gli NPL: Il Calendar Provisioning Sotto Esame
Geertman ha anche sottolineato la necessità di rivedere la normativa europea sul “calendar provisioning”, una regola che obbliga le banche a svalutare rapidamente i crediti non performanti, creando pressioni sui tempi di recupero. Questo sistema, secondo l’amministratore delegato di Banca Ifis, non sempre tiene conto dei reali tempi necessari per il recupero dei crediti e rischia di penalizzare gli operatori del settore che acquistano crediti già svalutati.
“Banca Ifis, come molte altre realtà che operano nell’ambito degli NPL, si trova a gestire crediti fortemente svalutati e deve ulteriormente ridurne il valore in un tempo ristretto, il che genera una pressione non necessaria”, ha aggiunto Geertman. Una revisione di questa normativa, secondo lui, favorirebbe l’efficienza del mercato e consentirebbe un recupero più armonioso, che tenga conto delle reali possibilità di rientro dei debitori.
Sostenibilità Sociale: Reincludere il Debitore nel Sistema Finanziario
Un altro tema cruciale discusso al NPL Meeting 2024 è stato quello della sostenibilità sociale, un concetto che sta assumendo sempre più rilevanza nel settore finanziario. Simona Arduini, vicepresidente di Banca Ifis, ha illustrato la strategia della banca per promuovere la reinclusione dei debitori nel sistema finanziario, una visione innovativa che mira a trasformare il debitore da soggetto in difficoltà a cliente reintegrato.
“Il nostro obiettivo è riabilitare i debitori attraverso un piano pluriennale che permetta loro di uscire dalla spirale del debito e usufruire nuovamente dei servizi bancari”, ha affermato Arduini. La strategia di Banca Ifis si articola su quattro filoni principali: facilitare l’uscita dai recuperi giudiziali tramite piani di rientro o soluzioni stragiudiziali, digitalizzare il processo di recupero con il portale “Paga chiaro”, fornire supporto ai debitori in termini di ricerca del lavoro e assistenza psicologica, e promuovere l’educazione finanziaria attraverso partnership con istituzioni.
Inoltre, la banca ha integrato indicatori di sostenibilità sociale (KPI) nella remunerazione dei manager e dei team di recupero crediti, a testimonianza dell’impegno verso una gestione più etica e inclusiva del credito deteriorato.
Una Visione del Futuro: Social Banking e Inclusione
La parola chiave dell’evento è stata “social banking”, un concetto che rappresenta un cambiamento di paradigma nella gestione degli NPL. La sostenibilità sociale non si limita più a essere un tema accessorio, ma diventa parte integrante delle strategie bancarie. In quest’ottica, la riabilitazione del debitore non è vista solo come una necessità economica, ma come un impegno etico verso una maggiore inclusione finanziaria.
L’industria del credito deteriorato, grazie a questi nuovi approcci, potrebbe diventare un motore di cambiamento sociale, contribuendo a un sistema finanziario più sostenibile e orientato al lungo termine, in cui i debitori non sono più esclusi ma reintegrati.