Indice
Il tutto esaurito di Pasqua e quello atteso per il ponte del 25 aprile dimostrano che il turismo in Italia sta vivendo una ripresa evidente. Le città d’arte sono piene di turisti che scelgono di alloggiare non solo in hotel, ma anche in appartamenti in affitto turistico per pochi giorni. Il mercato degli affitti brevi, nello specifico, sta vivendo una fase di forte espansione e, secondo il Governo Meloni, per questo necessita di un intervento. Nuove regole, quindi, in risposta alle richieste dei sindaci delle principali città italiane.
Per il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, si tratta di vero e proprio “far west”, che sta causando problemi di sicurezza e di regolamentazione. Per questo è importante imbastire un’azione immediata. Si prevede quindi un intervento a livello nazionale per regolamentare il mercato degli affitti brevi e garantire la sicurezza dei turisti.
Santanché: necessario intervento sugli affitti brevi
Il ministro del turismo sostiene che è necessario stabilire regole più rigide per i servizi di affitto breve al fine di prevenire un’eccessiva diffusione dei b&b. In particolar modo in alcune zone e edifici delle grandi città. Tuttavia, evidenzia, la stretta dovrebbe considerare le peculiarità della situazione italiana. Sebbene in Italia siano presenti oltre 5.600 strutture alberghiere, la situazione non è omogenea. Ci sono infatti zone – come i piccoli borghi – in cui sono totalmente assenti e, per questo, gli affitti brevi assumono un ruolo fondamentale.
Secondo Santanché l’obiettivo non è infatti impedire affitti temporanei da privati, ma inserire restrizioni per chi gestisce decine di appartamenti. È importante, quindi, trovare un equilibrio tra la necessità di regolamentare il settore degli affitti brevi e la possibilità di fornire soluzioni abitative flessibili per coloro che ne hanno bisogno.
Il ministro è dell’opinione che le attuali norme siano insufficienti e non vengano applicate adeguatamente. Pertanto, ritiene necessaria l’implementazione di una regolamentazione più stringente, in attesa delle decisioni dell’Unione Europea. Nel frattempo ha avviato un tavolo di discussione con le associazioni di categoria al fine di definire nuove regole. Questo perché ritiene che sia indispensabile effettuare una mappatura preventiva per identificare quanti sono gli affitti a breve termine e dove si trovano.
Il supporto dei sindaci alla proposta
Da diverso tempo, alcuni sindaci italiani stanno lavorando per regolamentare l’uso delle piattaforme di affitti brevi turistici. Uno di questi è Matteo Lepore, sindaco di Bologna, che ha proposto di autorizzare gli affitti brevi solo per un massimo di 90 giorni all’anno, previa concessione di una licenza rinnovabile ogni cinque anni. Questa proposta tiene conto delle specifiche zone della città in cui tali autorizzazioni potrebbero essere rilasciate.
Sulla stessa linea anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, impegnato nella lotta contro gli affitti brevi. Secondo il Primo Cittadino del capoluogo toscano, il turismo non è un problema da risolvere ma da governare. Per questo motivo, egli auspica un intervento a livello nazionale e intende discutere presto della questione con il ministro del Turismo Santanchè.
Il NO di Confedilizia
Diversa invece l’opinione sulla normativa vigente riguardante gli affitti brevi delle organizzazioni del settore immobiliare, tra cui Confedilizia. Mentre concordano sulla necessità di rivedere la normativa esistente, insistono sul fatto che non siano necessarie nuove regole che potrebbero complicare ulteriormente il settore. Inoltre, chiedono l’abrogazione di due norme:
- una che limita gli affitti brevi nel centro storico di Venezia;
- l’altra che considera i proprietari che affittano più di quattro appartamenti come imprenditori.
Oltre a questo, le organizzazioni hanno avanzato altre proposte, volte a garantire maggiore chiarezza e semplificazione delle regole, senza introdurre ulteriori complicazioni per i proprietari.
Tra queste:
- la semplificazione delle procedure burocratiche per i proprietari;
- la creazione di un’uniformità nazionale per le regole degli affitti brevi;
- l’attivazione del Codice Identificativo Nazionale, introdotto nel 2019 ma ancora non operativo.