È iniziato ieri il processo di approvazione europea per i gestori di piattaforme di crowdfunding in base al Regolamento (UE) 2020/1503, in particolare per quelli registrati nel Registro dei portali di equity crowdfunding, mentre per oggi è previsto un incontro con i gestori di lending crowdfunding. Al momento, sono 66 gli operatori che hanno dichiarato di essere interessati a continuare le loro attività oltre ottobre 2023, chiaro segno che la maggiore complessità della regolamentazione sta portando alcuni operatori a rinunciare a causa della difficoltà di crescere e fare progressi secondo le aspettative.
Le Autorità di Vigilanza hanno delineato il processo di approvazione per i fornitori di servizi di crowdfunding per le imprese in Europa, basandosi sullo Schema di decreto legislativo che implementa il Regolamento (UE) 2020/1503. Il governo ha approvato questo schema il 9 dicembre e l’ha trasmesso alle Camere per il parere previsto dalle regole per gli atti di delegazione comunitaria. Si prevede che le domande di approvazione europea potranno essere presentate durante la seconda metà di febbraio.
Le Autorità di Vigilanza hanno confermato il cambiamento significativo nelle procedure per i gestori di piattaforme, che stanno diventando sempre più simili agli altri intermediari finanziari dal punto di vista istituzionale e organizzativo. Inoltre, hanno annunciato che pubblicheranno un protocollo d’intesa tra le due Autorità per governare i processi di vigilanza, nonché il Regolamento Consob sulle comunicazioni di marketing, che il Regolamento europeo ha attribuito alla competenza nazionale.
Degno di nota è che il processo di approvazione sarà gestito in modo continuo, il che significa che i portali passeranno alla disciplina comunitaria man mano che saranno approvati, tenendo presente la scadenza finale prevista per novembre 2023, dopo la quale le attività dovranno interrompersi in anticipo.
Alcuni aspetti saranno ancora oggetto di approfondimento, in particolare alla luce di posizioni ufficiali che verranno definite a livello comunitario, quindi il quadro normativo non può ancora essere considerato definito. Ad esempio, le Autorità italiane stanno ancora valutando come affrontare i problemi regolatori riguardanti l’adeguata verifica per prevenire il riciclaggio di denaro, dato che ci sono alcune sovrapposizioni normative tra il Regolamento Europeo e le posizioni dell’EBA.