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La speranza di vita si sta allungando ed in Italia, come nel resto d’Europa, la popolazione sta diventando sempre più anziana. Si prevede infatti che, entro il 2050, la popolazione nei paesi dell’UE di età pari o superiore ai 65 anni raggiungerà i 129,8 milioni, rispetto ai 90,5 milioni del 2019. Questa tendenza ha diverse conseguenze, alcune delle quali si riflettono sul mercato immobiliare.
La sfida per il mercato immobiliare
Gli esperti di La Française Real Estate Managers hanno condotto uno studio riguardante gli effetti dell’invecchiamento della popolazione e dell’aumento dell’aspettativa di vita. Ciò che ci si aspetta è una crescente richiesta di alloggi, assistenza sanitaria e aumento del numero di patologie croniche. Tuttavia, rimane da valutare a che livello gli Stati membri dell’Unione Europea sono preparati ad affrontare queste esigenze in termini di infrastrutture adeguate.
“Naturalmente, per una popolazione che invecchia e che deve far fronte a un rischio maggiore di mobilità ridotta e a maggiori esigenze sanitarie, gli ambienti urbani offrono una serie di vantaggi che possono migliorare la vita degli anziani” ha spiegato Jérôme Valade, head of healthcare assets di La Francçaise. Tuttavia, secondo l’esperto, i governi non saranno in grado di sostenere da soli i costi elevati associati all’assistenza sanitaria. A maggior ragione in un contesto in cui la popolazione in età lavorativa sta diminuendo. Pertanto, è necessario il coinvolgimento del capitale privato per compensare la differenza tra la diminuzione dell’offerta e l’aumento della richiesta dei servizi sanitari.
Quanto possono incidere gli asset sanitari nel portafoglio?
Il mercato immobiliare ha una sezione specializzata nel settore sanitario, che comprende edifici, uffici e campus destinati a fornitori di servizi medici o istituzioni sanitarie. In passato, gli edifici sanitari richiedevano caratteristiche tecniche e layout specifici. Tuttavia, oggi, l’aumento della domanda e le nuove tendenze del settore hanno creato opportunità per la conversione di spazi commerciali e uffici esistenti. Molti fornitori di servizi sanitari preferiscono infatti affittare o acquistare immobili gestiti da terzi per preservare il capitale per lo sviluppo del proprio core business.
Per questo, secondo La Française, gli asset sanitari sono ancora un’opzione relativamente competitiva per quanto riguarda il rapporto rischio/rendimento. Possono inoltre offrire opportunità di diversificazione del portafoglio con rendimenti tra il 4,5% e il 6,5%. Le transazioni e le valutazioni del quarto trimestre del 2022 hanno evidenziato rendimenti simili a quelli del primo trimestre dell’anno.
“L’aumento dei tassi privi di rischio ha meccanicamente spinto al rialzo i rendimenti immobiliari, la cui entità varia a seconda degli asset e dei mercati. Secondo la nostra esperienza, i rendimenti degli immobili sanitari resistono meglio di altre sottoclassi di asset in tutta l’Europa centrale, l’offerta limitata e ampiamente regolamentata ne sostiene il valore” conclude Valade.