Per chi investe nel settore immobiliare, ogni dettaglio può fare la differenza. E tra i principali ostacoli alle compravendite, oggi, ci sono le piccole irregolarità edilizie: quelle che non compromettono la stabilità o l’agibilità di un immobile, ma che rallentano o bloccano le operazioni. Con il decreto Salva Casa, questo scenario cambia. E lo fa in meglio.
Uno studio appena pubblicato dal Consiglio Nazionale del Notariato (n. 62-2025/P) analizza nel dettaglio le nuove regole su tolleranze costruttive ed esecutive. In parole semplici? Si tratta di un importante passo avanti verso una circolazione più fluida degli immobili, che permette agli investitori di valorizzare più facilmente anche quegli immobili bloccati da difformità minime.
Salva Casa: meno burocrazia, più valore per gli investitori
La logica del decreto Salva Casa è chiara: il mercato immobiliare non può restare fermo per colpa di piccoli errori grafici o variazioni di pochi centimetri rispetto ai progetti approvati. Troppi immobili restano fuori dal mercato per motivi che nulla hanno a che vedere con la loro reale qualità o sicurezza.
Ecco perché il provvedimento interviene proprio su questo punto: semplificare la regolarizzazione delle difformità minori, evitando lungaggini amministrative e interpretazioni restrittive che, di fatto, bloccano investimenti e ristrutturazioni.
Per chi compra, vende o ristruttura immobili, significa una cosa sola: meno incertezze e più rapidità nelle operazioni.
Tolleranze edilizie: cosa viene ammesso oggi
Con le nuove regole, non sono più considerati irregolari piccoli scostamenti rispetto al progetto originario, purché rientrino in limiti precisi. Si parla, ad esempio, di variazioni lievi in altezza, superficie, distanza dai confini o cubatura. Queste cosiddette tolleranze costruttive vengono ora valutate non più in base al progetto depositato, ma al titolo edilizio rilasciato — una distinzione che, nella pratica, permette di regolarizzare molti più casi.
In più, la norma è retroattiva: vale anche per gli immobili realizzati prima dell’entrata in vigore della legge, con percentuali di tolleranza più ampie per gli edifici più datati.
Le modifiche in corso d’opera non sono più un problema
Un altro grande vantaggio per chi investe riguarda le cosiddette tolleranze esecutive. Si tratta delle modifiche fatte durante i lavori, come la diversa posizione di un impianto, piccoli cambiamenti interni, o materiali leggermente differenti da quelli indicati inizialmente.
Con il Salva Casa, tutte queste variazioni — se non compromettono la sicurezza né violano le regole urbanistiche — non sono più considerate abusi. In altre parole, un impianto spostato di mezzo metro non sarà più un ostacolo alla vendita.
Un’opportunità concreta per valorizzare immobili “bloccati”
Secondo lo studio del Notariato, il vero impatto del Salva Casa si vedrà proprio in fase precontrattuale: là dove spesso le trattative si arenano per questioni formali che nulla hanno a che vedere con il valore reale dell’immobile.
Con queste nuove regole, dimostrare la legittimità urbanistica di un immobile sarà molto più semplice. E questo rappresenta un vantaggio competitivo per chi vuole ristrutturare, rivendere o semplicemente rimettere sul mercato immobili rimasti a lungo fermi per cavilli normativi.
Salva Casa: un alleato strategico per chi investe nel mattone
Il Salva Casa non è solo una semplificazione normativa. È una misura pensata per sbloccare capitali immobiliari finora intrappolati. Con meno vincoli burocratici e una normativa più chiara, gli immobili con piccole difformità possono finalmente tornare a generare valore.
Per gli investitori immobiliari significa più margine operativo, meno rischi legali e tempi più brevi per la valorizzazione degli asset. Il tutto con una visione orientata al recupero del patrimonio esistente e alla sostenibilità, riducendo il bisogno di nuovo consumo di suolo.