Il 16 marzo è sempre più vicino e, di conseguenza, anche il termine per scegliere come utilizzare i crediti edilizi delle spese sostenute nel 2022. Dopo questa data, l’unica scelta possibile sarà la detrazione diretta. Chi non ha capacità fiscale sufficiente perderà quindi un credito che non può essere pagato e per il quale lo Stato non ha alcuna responsabilità.
Federcepicostruzioni: situazione allarmante
La data è associata all’ultimo rapporto ISTAT sulla situazione delle imprese italiane nel primo trimestre del 2022, con risultati che probabilmente peggioreranno nei trimestri successivi.
“Meno nuove aperture e più fallimenti. La fotografia dell’ISTAT delle imprese italiane, nel primo trimestre 2022, è a dir poco allarmante. 71mila le nuove imprese aperte, con un calo dell’8,6% rispetto alla fine del 2021”, le parole del Presidente di Federcepicostruzioni Antonio Lombardi
Numeri allarmanti che, tuttavia, sarebbero i più bassi degli ultimi 10 anni. “A pagare di più in questo periodo – continua Lombardi – è stato il settore dei trasporti, che ha registrato un -16,6% di nuove aperture ma gravi difficoltà si sono registrate anche in settori che di fatto stanno crescendo grazie ai bonus: è il caso delle costruzioni che presentano un dato negativo del -12,9%”.
Sebbene il trend sia negativo, il settore delle costruzioni dimostra una certa resilienza, con numeri però in calo rispetto all’ultimo trimestre del 2021. Secondo l ’STAT, infatti, le nuove aperture nel settore dell’edilizia nel primo trimestre 2022 sono 19.785 , contro le 22.727 del quarto trimestre 2021.
“La situazione del comparto edile – continua il presidente di Federcepicostruzioni – è davvero paradossale: sono sempre più numerose le imprese costrette al default per la pratica impossibilità di cedere i crediti maturati con i bonus dell’edilizia o, peggio, per l’impossibilità a star dentro ai costi a causa delle condizioni quasi usuraie imposte dai pochi soggetti disposti a rilevare i suddetti crediti. È tempo che la politica faccia la sua parte con efficacia ed efficienza, predisponendo un piano organico di rilevamento dei crediti maturati, anche attraverso la Cassa Depositi e Prestiti, a condizioni calmierate e controllate. I dati Istat certificano una conseguenza già già in essere. In mancanza di interventi, saranno oltre 20mila le imprese a rischio fallimento, nonostante i cassetti fiscali pieni”.
Speculazioni crescenti sui crediti edilizi
La scadenza del 16 marzo è alle porte e non ci sono soluzioni immediate per prevenire il fallimento economico per molte imprese. Anche se alcune regioni e enti locali stanno facendo un’apprezzabile iniziativa per acquistare i crediti, queste soluzioni spot non sono sufficienti.
Nel frattempo, non manca chi cerca di trarre vantaggio dalla situazione, proponendo sui social l’acquisto di crediti con sconti importanti rispetto al valore nominale. Speculazione che viene però ignorata dal governo e dal parlamento, che hanno intrapreso solo alcune azioni poco significative. Un esempio è rappresentato dalla “quinta cessione” da parte delle banche a favore di contribuenti non correntisti e l’erogazione di prestiti a tasso agevolato.
In pratica, scarsa tutela del lavoro e incertezza crescente per chi sceglie ogni giorno di fare impresa.