Le famiglie stanno diventando sempre più piccole, con un trend demografico che sta lentamente svuotando il Paese. Nel frattempo, i vincoli ambientali ci stanno obbligando a ripensare il nostro consumo energetico. Tutto ciò sta creando sfide sociali che si concentrano sul mercato immobiliare, il quale rappresenta un punto di convergenza per tutti i cambiamenti che stiamo vivendo. Questo è il tema centrale di uno degli eventi del Festival dell’Economia di Trento: “Le sfide del mercato immobiliare tra sostenibilità e nuova demografia”.
Lo conferma Roberto Poli, sociologo dell’università di Trento: “A fine secolo l’Italia potrebbe avere dai dieci ai 20 milioni di abitanti in meno. Il che pone dei problemi complessi sotto ogni punto di vista, nodi a cui dobbiamo provare a rispondere da subito”.
La grandezza degli appartamenti, concepiti in un’epoca in cui le famiglie erano solitamente più grandi, e il bilanciamento tra edifici nuovi e ristrutturati, sono fattori da tenere in considerazione in vista di un futuro in cui la richiesta di immobili sarà diversa.
A maggior ragione in un contesto come quello attuale, con le famiglie che si trovano a fronteggiare l’aumento dei prezzi e dei mutui. Questa situazione non crea un clima ideale per impegnarsi a comprare casa e finisce per incidere sulla domanda.
Roberta Roseano, vicepresidente di Fimaa Trentino (mediatori e agenti d’affari), spiega: “La reazione post-covid nelle compravendite è stata formidabile e si è vista una crescita di quasi il 40%, a ridosso delle 800mila transazioni annue. Ora siamo in una fase di riflessione, con trattative meno toniche nel primo trimestre, seppur sempre oltre i livelli del 2019”.
C’è poi la questione dell’aumento dei prezzi delle case, che impatta maggiormente sui giovani che, raramente, diventano proprietari. Su 100 case, infatti, solo il 6% appartiene a soggetti under 35. Secondo Poli, la soluzione sarebbe proteggere i giovani, ma in Italia accade l’esatto contrario. La precarietà e i lavori a tempo determinato non permettono di pianificare il futuro e di dare stabilità alla propria vita. È necessario porre un limite a queste situazioni.
Ma non solo. Un altro fattore che sta già cambiando il volto delle città è l’aumento degli affitti a breve termine, che sono destinati ai turisti e stanno svuotando l’offerta di affitti “regolari”. Questo sta causando un impatto evidente sui prezzi, come dimostrato dalle recenti proteste degli studenti universitari in tutta Italia.
Come chiarisce, infatti, Poli: “Occorre fare un pensiero lungo e provare a immaginare l’impatto delle politiche che adottiamo, in funzione degli obiettivi da raggiungere. Alla nostra politica in effetti manca una capacità di visione, che parlando di città e assetto immobiliare sarebbe invece quanto mai necessaria”.
Secondo Roberta Roseano, gli affitti a breve termine possono però aiutare le famiglie a risolvere problemi di gestione e burocrazia, diventando sempre più attraenti. Tuttavia, non si tratta di vietarli, ma piuttosto di trovare regole che permettano di bilanciare l’offerta e la domanda. Trento, diventata una città turistica, sta vivendo lo stesso problema, con gli studenti che faticano a trovare appartamenti a prezzi accessibili.