Nel 2016, gli immobili di alcuni lussuosi condomini di Manhattan con il nome “Trump” sulla targhetta vantavano un valore al metro quadro più alto della media di zona. Tuttavia, nel 2023, i prezzi di queste stesse abitazioni sono scesi sotto i 16.000 dollari al metro quadro, contro i 18.000 della media cittadina. Secondo un’inchiesta del New York Times, gli edifici che hanno rimosso il nome dell’ex presidente hanno rapidamente riallineato i loro prezzi al mercato. Con Trump nuovamente al centro della scena politica, il mercato immobiliare USA è tornato sotto i riflettori.
Un programma economico che punta su riduzioni fiscali e protezionismo
Il programma repubblicano su cui ha basato la vittoria include riduzioni fiscali per aziende e privati e nessun incremento sulle tasse di plusvalenza, con una politica a favore di settori come i combustibili fossili e alcuni comparti tech. Gli analisti, però, mettono in guardia: una linea economica così espansiva potrebbe stimolare l’inflazione, portando la Fed a congelare i tassi, con effetti a catena sull’Europa e, di conseguenza, sul mercato immobiliare, soprattutto quello residenziale, sostenuto dai mutui a basso costo. Il mercato immobiliare USA potrebbe subire ulteriori cambiamenti se la Fed decidesse di intervenire per contenere l’inflazione, un fattore che potrebbe influire anche sui mercati globali.
Una nuova spinta per l’edilizia nel mercato Immobiliare USA?
Trump ha anche in programma di affrontare la carenza di abitazioni negli USA, una problematica su cui sia lui che Kamala Harris hanno concordato. Tuttavia, mentre il programma democratico puntava su soluzioni dettagliate, quello repubblicano si concentra sull’espansione edilizia, anche su terreni federali, semplificando le normative. Queste azioni potrebbero avere impatti significativi sul mercato Immobiliare USA, specialmente nelle zone dove si concentrano tali progetti di costruzione.
Fannie Mae e Freddie Mac: privatizzazione in vista?
Un’altra questione riguarda Fannie Mae e Freddie Mac, società che facilitano l’accesso ai mutui per le fasce meno abbienti. L’obiettivo repubblicano di privatizzarle potrebbe rendere l’acquisto della prima casa più difficile per i meno abbienti, avvertono gli esperti. Un cambiamento di questa portata potrebbe rimodellare anche il mercato immobiliare USA, toccando fasce diverse della popolazione.
Il Tax Cuts and Jobs Act e le Opportunity Zones
Il Tax Cuts and Jobs Act del 2017, introdotto da Trump, ha avuto un impatto significativo sul mercato immobiliare, aumentando le esenzioni fiscali e favorendo le società immobiliari con sgravi fiscali. Ha anche istituito le “Opportunity Zones,” aree economiche depresse dove gli investitori possono ottenere vantaggi fiscali, incoraggiando così investimenti a lungo termine.
Immobiliare USA ed europeo: prospettive tra opportunità e incertezze
In Europa, il settore immobiliare appare promettente, con una crescita concentrata su asset residenziali e hospitality, sebbene rimanga strettamente influenzato dalle politiche monetarie della BCE. Secondo il “Rapporto sull’abitare 2024” di Nomisma, molte famiglie italiane esprimono interesse per l’acquisto di una casa, ma solo una parte di queste è effettivamente in grado di concretizzare l’acquisto, soprattutto per via dei tassi d’interesse sui mutui.
Possibili effetti sull’inflazione e sui mutui fissi italiani
La possibile crescita dell’inflazione negli Stati Uniti potrebbe portare la Fed a frenare i tagli sui tassi, il che avrebbe ripercussioni sui mercati europei e, a cascata, sui tassi dei mutui italiani, specialmente quelli a tasso fisso. Già ora, i rendimenti dei titoli obbligazionari europei mostrano segnali di rialzo, rispecchiando il trend americano, un fenomeno che potrebbe aumentare ulteriormente i tassi sui mutui per le famiglie italiane.
Insomma, la nuova era Trump porta con sé una serie di opportunità e rischi per il mercato immobiliare, che dovrà navigare in un contesto di incertezza e cambiamenti a livello sia nazionale che internazionale.