Il mercato immobiliare italiano sta attraversando un periodo di transizione, in cui segnali di ripresa si intrecciano con dinamiche ancora incerte. I dati relativi al 2024 mostrano una situazione complessa, caratterizzata da un lieve miglioramento delle compravendite e un rialzo dei prezzi, ma anche da un’offerta limitata e da una domanda sempre più esigente. Mentre alcune città registrano crescite significative, altre faticano a recuperare terreno, lasciando aperti molti interrogativi sulla solidità del settore. L’ultimo rapporto di Gabetti fotografa un mercato che, seppur più dinamico rispetto al recente passato, mostra luci e ombre che lasciano spazio a dubbi sulla reale solidità della ripresa.
Compravendite: un recupero ancora parziale del mercato immobiliare
I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate evidenziano che il primo semestre del 2024 ha registrato 341.094 transazioni, con una contrazione del 2,8% rispetto al 2023. Sebbene il calo sia meno marcato rispetto all’anno precedente, dove si registrava un pesante -12,5%, la ripresa appare ancora fragile.
Le grandi città continuano a mostrare flessioni, con variazioni negative in quasi tutti i principali centri urbani. Milano, ad esempio, segna un -10,1%, mentre Torino (-5,9%) e Firenze (-7,0%) evidenziano difficoltà significative. Anche le città con cali più contenuti, come Genova (-1,1%) e Roma (-1,5%), non riescono a invertire del tutto la tendenza.
Il miglioramento osservato nel secondo trimestre (+1,2%) rappresenta un primo segnale positivo, ma non sufficiente per parlare di una ripresa consolidata.
Prezzi in rialzo, ma con dinamiche contrastanti
I prezzi medi nei principali segmenti del mercato immobiliare italiano hanno registrato un incremento dell’1,1% rispetto al secondo semestre 2023. Tuttavia, questa crescita è trainata soprattutto da città come Napoli (+2,2%) e Bari (+1,9%), dove l’effetto del turismo e della domanda di piccoli immobili da investimento ha influito significativamente.
In molte altre città, invece, l’aumento dei prezzi è stato marginale o addirittura nullo: Genova segna un -0,3%, mentre Torino cresce appena dello 0,1%. Il rialzo dei prezzi è inoltre concentrato maggiormente sugli immobili nuovi, spesso inaccessibili per una larga fetta di acquirenti, lasciando l’usato con incrementi più modesti.
L’aspettativa di prezzo da parte dei proprietari, invece, è in netto aumento (+4% in media), un dato che potrebbe tradursi in un rallentamento delle trattative se la domanda non riuscisse a tenere il passo.
Tempi di vendita: una riduzione ancora timida
I tempi medi di vendita si sono leggermente ridotti, passando da 4,3 mesi nel 2023 a 4,1 mesi nel 2024. Tuttavia, questa diminuzione non è uniforme: immobili con prezzi realistici riescono a trovare acquirenti più velocemente, mentre quelli con valutazioni troppo alte rimangono sul mercato più a lungo, spesso costretti a subire ribassi significativi.
La scontistica media rimane stabile intorno al 10,5%, ma anche questo dato varia sensibilmente tra le diverse tipologie di immobili e località.
Cosa cercano gli acquirenti: bisogni in evoluzione
Il sondaggio Gabetti evidenzia che il 76% degli affiliati segnala una domanda dinamica, ma non priva di criticità. Se da un lato crescono le richieste di immobili con balconi, ascensori e posti auto, dall’altro emergono nuove priorità legate al prezzo e alla classe energetica, soprattutto tra i giovani.
Questa fascia di acquirenti, infatti, si concentra su soluzioni economicamente accessibili e ben collegate dai mezzi pubblici, riflettendo una maggiore attenzione alla sostenibilità economica e ambientale. Al contrario, gli acquirenti più anziani privilegiano immobili che garantiscano comfort e sicurezza, come l’ascensore o la posizione in zone tranquille.
Nonostante queste dinamiche, il mercato si trova spesso in difficoltà nel soddisfare la domanda: l’offerta limitata di immobili nuovi e l’elevato costo delle abitazioni stanno spingendo molti potenziali acquirenti verso il mercato degli affitti.
Prospettive future per il mercato immobiliare: ripresa ancora fragile
Diego Vitello, Research Manager di Gabetti, prevede un secondo semestre più positivo, con transazioni che potrebbero superare le 710.000 unità del 2023. Tuttavia, la crescita rimane incerta e legata a fattori esterni, come il contesto macroeconomico e geopolitico.
In città come Napoli e Padova, che stanno vivendo una fase di cambiamento, si prevede un aumento delle quotazioni tra il 2% e il 3%. Al contrario, mercati già maturi come Milano potrebbero vedere una stabilizzazione dei prezzi, segno che il potenziale di crescita si sta esaurendo.
Conclusioni
Il mercato immobiliare residenziale italiano attraversa una fase di transizione, con segnali di ripresa che si scontrano con dinamiche complesse e incertezze economiche. Se da un lato la domanda rimane sostenuta, dall’altro la crescita dei prezzi e l’offerta limitata rappresentano ostacoli significativi. Il 2024 potrebbe segnare un timido passo avanti, ma la strada verso una ripresa strutturale appare ancora lunga e incerta.