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Il Consiglio Energia dell’Unione Europea ha dato il via libera alla revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia. Il documento prevede che entro il 2030 tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero, mentre quelli esistenti dovrebbero essere trasformati entro il 2050. È inoltre previsto un piano di aiuti per la riqualificazione degli edifici che dovrà privilegiare le famiglie a basso reddito. L’obiettivo è quello di incentivare i lavori di ristrutturazione, eliminare gradualmente gli edifici meno performanti e migliorare, di conseguenza, il patrimonio edilizio nazionale.
Obiettivi e scadenze
La proposta di revisione della direttiva fa parte del pacchetto “Pronti per il 55%” (Fit for 55), presentato dalla Commissione europea allo scopo di allineare la normativa per raggiungere l’obiettivo di ridurre, entro il 2023, almeno del 55% le emissioni nette di gas ad effetto serra (rispetto ai livelli del 1990) ed arrivare entro il 2050 alla neutralità climatica.
Gli edifici dovranno quindi diventare ad altissima prestazione energetica e ad emissioni zero, coprendo il proprio fabbisogno solo ed esclusivamente con fonti rinnovabili. Standard che saranno inderogabili per le nuove costruzioni di edifici pubblici a partire dal 2027, mentre per tutti gli altri dal 2030. Saranno possibili eccezioni per alcuni edifici, inclusi quelli storici, i luoghi di culto e quelli militari.
I piani per gli edifici esistenti
Agli edifici già esistenti spetta invece l’onere di migliorare le proprie prestazioni, arrivando ad avere un impatto ambientale il più possibile vicino allo zero. Sono stati quindi fissati standard minimi di prestazione energetica con la progressiva ristrutturazione in un parco edilizio a emissioni zero entro il 2050. La diminuzione del consumo di energia deve avvenire nel periodo dal 2025 al 2050, con due momenti diversificati dei risultati raggiunti da ogni Paese, nel 2033 e nel 2040.
Per quanto riguarda gli edifici pubblici, non residenziali la proposta prevede che entro l’inizio del 2027 vengano ristrutturati e migliorati almeno fino alla classe energetica F, per poi raggiungere nel 2030 la classe E. Per gli immobili residenziali privati è invece prevista almeno la classe F entro il 2030, e almeno la classe E entro il 2033, affinché in classe G rimanga una percentuale inferiore al 15%.
Spetta poi ai singoli Stati la facoltà di esentare gli edifici vincolati e quelli nei quali gli interventi esterni avrebbero un’incidenza negativa sul decoro, ma saranno comunque tenuti a varare piani nazionali di sostegno alle ristrutturazioni con particolare attenzione e alle categorie vulnerabili.
È inoltre stata aggiunta una nuova categoria energetica “A0” corrispondente agli edifici a emissioni zero.
Finanziamenti e detrazioni fiscali
La direttiva prevede inoltre l’introduzione di “passaporti di ristrutturazione” con lo scopo di permettere ai proprietari di pianificare una ristrutturazione step by step, sulla base di criteri che saranno sviluppati dalla Commissione entro la fine del prossimo anno.
È inoltre prevista l’introduzione di strumenti d’investimento e di finanziamento specifici come:
- prestiti e mutui per l’efficienza energetica;
- contratti di rendimento energetico;
- incentivi e detrazioni fiscali anche tramite la formula dello sconto in fattura.
Dovranno inoltre essere previste strutture di assistenza tecnica, anche attraverso sportelli unici, rivolti a tutti gli operatori coinvolti nella ristrutturazione.
Aiuto ai redditi bassi
Nella proposta è previsto che le famiglie vulnerabili, le persone in condizioni di povertà energetica e quelle che vivono in alloggi di edilizia popolare ricevano incentivi finanziari in via prioritaria.
Per quanto riguarda invece gli incentivi destinati ai proprietari di unità immobiliari dati in locazione, gli Stati membri dovranno fare in modo che il beneficio riguardi anche gli inquilini, fornendo un sostegno diretto oppure imponendo limiti agli aumenti dei canoni.
Niente più agevolazioni per le caldaie a gas
Dal 1º gennaio 2027 (termine ultimo) gli Stati membri non potranno più offrire incentivi e bonus per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili, ad eccezione di quelle selezionate per gli investimenti prima del 2027.
A breve avranno inizio i negoziati istituzionali tra i Paesi Ue, il Parlamento europeo e la Commissione Ue, per giungere all’adozione di un testo comune.