Il costo elevato delle abitazioni – da sempre sopra la media nazionale – e la crescita dei mutui stanno rendendo sempre più difficile comprare casa a Milano. Di conseguenza la domanda si spinge verso la locazione, provocando un aumento degli affitti. È la conclusione del Rapporto “La casa in locazione in Italia e in Europa – Focus Milano e Lombardia” presentato da Scenari Immobiliari e Abitare Co.
Il punto della situazione
Nel 2022 ci sono stati circa 73.800 nuovi contratti di locazione, con un incremento del 7% sul 2021 e del 25% rispetto al 2019. A Milano il canone medio più alto riguarda i contratti ordinari a lungo termine, arrivando a quasi 1000€ al mese per un appartamento di 67mq. Quello più basso riguarda i contratti agevolati concordati, arrivati a poco più di 750 euro al mese per un appartamento di 75mq. Questi sono aumentati rispettivamente del 2,5% e dell’1,1% rispetto al 2021 e del 7,3% e del 15,3% rispetto al 2019.
Rispetto al 2015, i contratti di locazione stabili sono rimasti invariati, mentre per quelli agevolati concordati l’aumento degli affitti è del 15%. Un appartamento di quasi 74mq per gli studenti costa circa mille euro al mese, mentre le camere singole costano oltre 700 euro al mese.
L’appartamento medio in affitto ha una superficie di poco più di 67 mq e un canone medio mensile di circa mille euro. Il canone per un monolocale di qualità può superare i 1.300 euro al mese, mentre per un trilocale può arrivare a oltre 1.800.
A dicembre c’erano 2.800 appartamenti in affitto sul mercato, mentre a gennaio sono diventati 3.100. Al momento occorrono circa 35 giorni per concludere il contratto di locazione e uno sconto massimo del 7% sul canone. I rendimenti medi variano dal 3,7% del “built-to-rent” al 5% della locazione tradizionale. In Italia, entro il 2028, i giovani potrebbero richiedere in affitto circa 750.000 case.
Le difficoltà dell’aumento degli affitti
Secondo Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, “il mercato della locazione residenziale a Milano è in crescita e ha fatto registrare, nel 2022, un incremento dei contratti di affitto del 7% in un anno, anche se i canoni sono cresciuti del 3,5 per cento. E non dovrebbe stupire considerando che la città è tornata a superare gli 1,4 milioni di abitanti, di cui circa 280mila stranieri. Si stima che entro il 2030 verranno realizzati oltre 14mila alloggi di cui circa 5mila destinati alla locazione, e di questi circa 2mila in edilizia residenziale sociale. Un incremento importante ma non sufficiente”.
Parlando invece di built-to-rent (stabili costruiti o ristrutturati per essere dati in affitto da grandi investitori), Giuseppe Crupi, ceo di Abitare Co, riporta che “anche in Italia sono stati avviati i primi investimenti a Milano e Roma, Firenze e Bologna. Ma a tutt’oggi questo asset fatica a imporsi”.
“Le risorse impiegate nel superbonus, pari a 71,6 miliardi di euro secondo l’Enea, sarebbero servite a dare una casa a oltre mezzo milione di giovani italiani. In pratica si sarebbe risolta l’emergenza casa in locazione per i giovani e gli studenti universitari”. La dichiarazione di Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, in chiusura del Forum.
Ha poi aggiunto: “Ipotizzando un investimento di circa 140mila euro per realizzare una stanza o un monolocale in una grande città, sia di prodotto nuovo che di recupero di immobili dismessi, si sarebbero immessi nel circuito della locazione tra 400 e 500mila alloggi, coniugando sviluppo sostenibile, riqualificazione energetica del patrimonio esistente e risposta alla domanda dei giovani. Ovviamente – ha concluso – coinvolgendo grandi proprietari, sviluppatori e investitori”.