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Home Investimenti Immobiliari

Residenziale: com’è cambiato il rapporto degli italiani con la casa negli ultimi 4 anni?

Di Luca Carta
3 Novembre 2022
in Investimenti Immobiliari
Tempo di Lettura: 6 min
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Indice

  • 1 Seconde case
  • 2 Nuove priorità
  • 3 Sostenibilità e ambiente
  • 4 La casa? Deve essere Smart
  • 5 Nuove abitudini di vita

Spazi più ampi e ambienti più vivibili, attenzione alla sostenibilità energetica ed economica e il bisogno di migliorare la qualità di vita: sono solo alcune delle caratteristiche che oggi gli italiani cercano nelle proprie abitazioni. 

Quello con la casa è un rapporto che col tempo e le situazioni che ci siamo trovati ad affrontare (come la pandemia), si è andato via via modificando, diventando sempre più importante. È il quadro che emerge dal report di CasaDoxa, l’Osservatorio a 360° sugli italiani e la casa. 

L’analisi, svolta prendendo in esame un campione rappresentativo di 7000 nuclei familiari, intervistati ogni anno dal 2018 ad oggi, delinea una realtà in profondo mutamento: nuovi bisogni, nuove priorità, maggiore sensibilità verso le problematiche ambientali e il risparmio energetico, crescente propensione per le “smart home” e un modo completamente diverso di vivere gli spazi domestici.

Ecco di seguito le principali evidenze dell’Osservatorio.

Seconde case

Rispetto agli anni precedenti, un milione di famiglie in più si è messo in movimento per cambiare la propria abitazione e 700.000 famiglie in più si sono dotate di una seconda casa, in affitto o in proprietà.

Nel 2018 i nuclei familiari che avevano a disposizione una seconda casa – di proprietà o in affitto – erano il 19% mentre nel 2022, le famiglie che possiedono una seconda casa sono 700 mila in più, raggiungendo una percentuale del 22%. 

Nuove priorità

Gli italiani cercano spazi più ampi e vivibili, sia interni che esterni, e per ottenerli il 72% degli intervistati si dichiara disposto anche ad allontanarsi dal centro: il 36% desidera una stanza in più mentre il 12% vuole un terrazzo o un giardino. 

Situazione quindi ben diversa dal 2018, quando solo il 58% delle famiglie italiane si diceva aperto alla possibilità di allontanarsi dal centro pur di vivere in spazi più ampi. 

Al contrario, se quattro anni fa il 42% dei nuclei familiari accettava di vivere in una casa più piccola ma ubicata nel cuore della città, oggi solo il 28% è disposto ad accettare questo compromesso. 

Anche il quantitativo e la tipologia di servizi che si trovano nei pressi della propria abitazione ha assunto, con il tempo, un’importanza sempre maggiore.

Primi fra tutti, parchi ed aree verdi: rispetto al 2018 infatti, oggi il 33% in più delle famiglie italiane ritiene fondamentale la loro vicinanza a casa. Seguono i negozi di prossimità (+20%), i servizi dedicati allo svago, come bar, cinema, ristoranti o teatri (+18%) e i trasporti pubblici (+12%). 

Degna di nota è l’importanza attribuita alla vicinanza tra la propria casa e il luogo di lavoro. Se fino a qualche anno fa si preferiva una casa vicino al lavoro oggi la situazione si è ribaltata:  il 51% degli intervistati ha definito importante trovare un lavoro vicino a casa. 

Sostenibilità e ambiente

I temi legati alla sostenibilità ambientale sono sempre più al centro dell’agenda dei governi di tutto il mondo, riflettendosi, di conseguenza, anche sulla vita quotidiana di milioni di persone. 

Nel 2018, la percentuale dei nuclei che si dichiaravano sensibili e attenti alle tematiche ecologiche e ambientali era il 78%, cifra che negli ultimi quattro anni è cresciuta esponenzialmente, registrando un +13%. Oggi infatti ben il 91% delle famiglie italiane riconosce l’importanza della sostenibilità ambientale. 

Un altro dei desideri degli italiani riguarda la possibilità di possedere case più efficienti dal punto di vista energetico. Se nel 2018, solo il 44% degli italiani avrebbe investito del denaro per la riqualificazione energetica della propria abitazione, oggi questa percentuale è salita al 50%. 

Anche le soluzioni innovative per l’approvvigionamento energetico sono al centro della scena, con 6 persone su 10 che si dicono propense ad aderire ad un’eventuale comunità energetica nel proprio condominio o nel quartiere.

Ma quali sono le motivazioni che inducono gli italiani a prediligere abitazioni di classe energetica alta?

Oltre all’emergenza climatica, i motivi sono connessi alla situazione attuale: la necessità di risparmiare sulle bollette (67%) e il desiderio di produrre in autonomia il proprio fabbisogno energetico (49%). 

Cercare una casa ad altro profilo energetico non è però l’unica soluzione messa in atto dalle famiglie: il 78% dichiara di spegnere le luci ogni volta che esce da una stanza (+18% rispetto al 2019); il 72% utilizza lavastoviglie e lavatrici solo quando sono a pieno carico (+24%); il 66% sceglie prodotti ad alta efficienza energetica (+21%) e il 57% tiene il riscaldamento al minimo (+34%).

La casa? Deve essere Smart

L’interesse verso le cosiddette smart home, ovvero abitazioni connesse e intelligenti che consentono una migliore e più facile gestione della casa, sta crescendo in maniera esponenziale. Se nel 2018, la percentuale delle famiglie italiane propense a possedere oggetti smart era del 35%, oggi ha raggiunto il 45%, registrando un aumento del +10%. 

Va comunque notata una profonda differenza generazionale: di questo 45% infatti, la fetta principale è composta dagli appartenenti alla Generazione Z (58%), ovvero dai giovanissimi, con età compresa tra i 18 e i 26 anni, e dai Millennials (56%), che vanno dai 27 ai 42 anni.  

Segue la Generazione X (45%), mentre i Boomers (58-76 anni) e i Silver (77+ anni) si assestano a percentuali molto basse, rispettivamente 30 e 19%. 

Anche il digitale ha finito per influenzare le abitudini delle famiglie italiane. Secondo i dati rilevati dall’Osservatorio CasaDoxa, rispetto al 2018 la percentuale di nuclei familiari che sceglie di acquistare online è aumentato del 34%, passando dal 49% all’83%. 

In questo frangente, le differenze generazionali sono meno evidenti: Generazione Z, Millennials e Generazione X si assestano intorno all’80-90%, seguiti dai Boomers (76%). Solo i Silver si distanziano, registrando un 46%. 

Nuove abitudini di vita

Il dato più significativo riportato dall’indagine è che il 68% degli italiani trascorre più tempo a casa, dedicandosi ad attività che prima non faceva: +33% a pranzo, +36% a cena, +42%, a guardare film e serie tv, +31% a lavorare e +26% a fare fitness e tenersi in forma.

Ciò che si sta affermando è quindi una nuova “progettualità del buon vivere”:

  • cambiano ritmi e modalità con cui si svolgono le attività del quotidiano;
  • entra il digitale nelle case degli italiani che ne apprezzano le potenzialità;
  • cresce l’avversione allo spreco, anche del tempo, per spostamenti evitabili.

“Tutti i cambiamenti che abbiamo dovuto affrontare – ha commentato Paola Caniglia, Head of Living & Retail di BVA Doxa – hanno ridisegnato le nostre case, il nostro modo di viverle e, soprattutto, la nostra relazione con esse. La casa ha assunto una forte rilevanza perché diventa il fulcro del nostro nuovo progetto esistenziale. Una diversa attenzione al tempo, al lavoro, al digitale, alla sostenibilità hanno messo in discussione i nostri tradizionali percorsi di vita e ci indica che è in corso un ribaltamento della prospettiva gravitazionale casa-lavoro”.

“L’Osservatorio CasaDoxa sugli italiani che noi presentiamo assieme a Doxa rafforzando un consolidato rapporto di collaborazione – ha affermato Vincenzo Albanese, presidente di FIMAA Milano Lodi Monza Brianza – offre molteplici spunti di riflessione non soltanto per gli operatori immobiliari, ma più in generale per le imprese del terziario. Si fotografa, infatti, l’evoluzione del vivere e dell’abitare i cui aspetti incidono sui comportamenti di fruibilità delle nostre città. E nell’investimento casa hanno un ruolo di primo piano il benessere con la scelta dei materiali, la sostenibilità ambientale ed energetica, i servizi che un complesso condominiale deve saper offrire. Nei desideri di spesa l’efficienza energetica è particolarmente importante, e non potrebbe essere altrimenti in questo periodo. E la casa, rispetto a prima della pandemia, è diventata molto più importante come luogo dove si svolgono tante attività: di lavoro e svago. Un vero e proprio hub anche per ricevere prodotti. Di queste tendenze il mercato deve tenere conto”.

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Tags: Analisi e Statistiche
Luca Carta

Luca Carta

Laureato in Economia e Marketing presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca. Oggi è imprenditore, Co-Fondatore e General Manager di ImmoBillion. Vice Presidente del Consorzio Lombardo per la Riqualificazione Energetica.

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