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Sta per avere inizio una nuova fase per la Direttiva Case Green dell’Unione Europea: i negoziati tra le istituzioni dell’UE e gli Stati membri. In questo momento critico, il ruolo dei Paesi è fondamentale e molti di loro sono preoccupati per i costi che i proprietari di immobili dovrebbero sostenere per adeguarsi alle nuove regole sull’efficienza energetica.
Ma c’è una buona notizia: ci sono alcune categorie di immobili che potrebbero essere escluse dall’applicazione di questa normativa. Di conseguenza, molti proprietari di case in Italia potrebbero evitare di spendere soldi per adeguare i propri immobili alla direttiva Case Green.
Direttiva Case Green: potrebbe costare 60 mila euro a famiglia
La normativa prevede che, entro il 2030, tutti gli edifici residenziali raggiungano la classe energetica “E”, mentre entro il 2033 la classe energetica “D”. Un fattore non da poco e che richiederà un impegno economico importante da parte dei proprietari di immobili.
Nonostante siano previste alcune deroghe per alcune categorie di immobili che non sono tenute ad adeguarsi, per tanti altri sono necessari svariati interventi. Il raggiungimento delle classi energetiche richiede, infatti, l’effettuazione di lavori che migliorino le prestazioni energetiche, come la sostituzione di vecchi infissi, l’installazione di pannelli solari e la realizzazione di cappotti termici. Purtroppo spesso non basta un solo intervento e si stima che l’adeguamento energetico medio costerà circa 60.000 euro per ogni abitazione. Questo è il fattore più preoccupante.
Chi può evitare di adeguarsi alla normativa
Sebbene siano ancora in vigore agevolazioni per i lavori in edilizia come il Superbonus (detrazione al 90% e recupero di almeno due classi energetiche), Bonus Ristrutturazione ed Ecobonus, le critiche non mancano.
Le principali si riferiscono a:
- la necessità per il proprietario di anticipare i soldi per i lavori;
- la richiesta di avere una sufficiente capacità finanziaria per recuperare gli importi e quindi un reddito medio-alto;
- la lunga attesa di fino a 10 anni per recuperare gli importi.
A causa di queste difficoltà, molti proprietari sono preoccupati di non poter sostenere le spese per adeguare il proprio immobile alla direttiva Case Green. Tuttavia, esistono alcune eccezioni per i proprietari che non dovranno adeguare il loro immobile e, di conseguenza, potranno evitare tali spese.
Questo vale per diversi tipi di edifici e siti, tra cui:
- luoghi di culto e altri edifici religiosi;
- immobili utilizzati temporaneamente per meno di 2 anni;
- siti industriali, officine, depositi e magazzini con basso consumo energetico e ridotto bisogno di rinfrescamento e riscaldamento;
- edifici agricoli non residenziali;
- immobili residenziali utilizzati per meno di 4 mesi all’anno come case per le vacanze;
- fabbricati indipendenti con una superficie inferiore a 50 mq;
- stazioni di approvvigionamento infrastrutturale;
- edifici storici.
Attualmente non possiamo escludere l’approvazione di ulteriori deroghe durante la fase dei negoziati. Inoltre, è importante tenere presente che non c’è una scadenza per la conclusione dei negoziati, quindi è consigliabile attendere prima di iniziare i lavori di adeguamento del proprio immobile.